Clamorosa presa di posizione da parte della WADA, l’agenzia mondiale antidoping, che riapre il fascicolo dell’inchiesta su Jannik Sinner facendo ricorso sul primo grado di giudizio che aveva visto il tennista quasi completamente scagionato
È un autentico fulmine a ciel sereno quello ufficializzato poche ore fa dalla WADA, l’Agenzia Mondiale Anti-Doping, che riguarda ancora una volta il caso di doping che ha avuto al centro di una inchiesta Jannik Sinner.
La WADA ha deciso di fare appello contro la sentenza di assoluzione che aveva prosciolto il tennista altoatesino dalle accuse di doping. Un caso che dunque si riapre dunque con una pesante aggravante, la richiesta di una sospensione del tennista italiano per un periodo compreso tra uno e due anni.
Jannik Sinner e l’accusa di doping
Si tratta di una notizia che arriva totalmente inaspettata, soprattutto dopo la serenità che Sinner aveva mostrato una volta conclusa la vicenda nel primo grado di giudizio. La notizia del ricorso da parte della WADA è stata confermata oggi. Il fascicolo con la richiesta presentato dall’agenzia al CAS, la Corte Arbitrale dello Sport (CAS) di Losanna contro la sentenza, è datato giovedì 26 settembre.
La prima assoluzione
La sentenza di assoluzione, ad agosto, aveva scagionato Jannik Sinner dall’accusa di doping. Sinner era stato trovato positivo al clostebol, una sostanza inserita nell’elenco dei farmaci proibiti, in due diverse occasioni nel marzo dello stesso anno.
Tuttavia, un tribunale indipendente dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA) aveva stabilito che non vi fosse colpa o negligenza da parte del tennista italiano e che in alcun modo Sinner avrebbe assunto questi farmaci volontariamente o per migliorare le sue prestazioni agonistiche.
La posizione della WADA
La contestazione della WADA risiede nella convinzione che il giudizio di “assenza di colpa o negligenza” non sia stato corretto alla luce delle norme vigenti. Nonostante l’ITIA avesse ritenuto che Sinner non fosse responsabile per la presenza della sostanza vietata nel suo organismo, l’Agenzia Mondiale Anti-Doping ritiene che il caso meriti un ulteriore approfondimento. Da qui la richiesta di un periodo di sospensione che potrebbe variare da uno a due anni.
I successi non si toccano
Tuttavia la WADA non avrebbe richiesto la revoca dei titoli e dei risultati ottenuti da Sinner nei mesi successivi ai test positivi. Questo significa che, seppur squalificato, il giovane tennista non vedrebbe intaccati i successi sportivi già conquistati fino a quel momento, ad eccezione delle sanzioni eventualmente già inflitte dal primo giudizio. Il palmares di Sinner resterebbe inviolato così come la dotazione di punti che lo hanno riportato al vertice della classifica ATP.
Una striscia fenomenale
Nonostante la vicenda doping e le complicazioni legali che ne derivano, Jannik Sinner continua a dimostrare tutto il suo valore sul campo da gioco. Dopo aver raggiunto traguardi importanti sia nel 2023 che nel 2024, che lo hanno portato al vertice della classifica maschile, Sinner si appresta a chiudere la stagione con un bilancio straordinario: due titoli Slam a Melbourne e Flushing Meadows oltre alla semifinale di Parigi, i due Masters 1000 di Miami e Cincinnati per complessivamente sei trofei con una percentuale di successi superiore al 75%.
Trofei e la Coppa Davis
La scalata di Sinner verso la vetta del tennis mondiale è stata rapida e costante. A soli 23 anni, ha conquistato una serie di vittorie importanti – sedici in tutto i trofei conquistati in carriera – mettendo in fila tutta una serie di prestazioni di altissimo livello e confermando le aspettative di coloro che vedono in lui uno dei talenti più brillanti della sua generazione.
Il suo stile di gioco aggressivo e la sua determinazione lo hanno reso una delle figure di punta del tennis maschile, attirando l’attenzione di appassionati e addetti ai lavori in tutto il mondo. Il coronamento di una carriera non soltanto individuale se si pensa alla meravigliosa vittoria italiana dello scorso anno in Coppa Davis, che quest’anno gli azzurri tenteranno di bissare nelle finali di Malaga che vedranno la squadra guidata dal capitano non giocatore Volandri affrontare nei quarti di finale l’Argentina.
Il rischio per Jannik Sinner
Il sogno di Sinner di raggiungere la vetta della classifica mondiale è però ora minacciato dalla riapertura del caso di doping. Se il CAS dovesse accogliere l’appello della WADA, una sospensione tra uno e due anni potrebbe compromettere in maniera significativa le sue ambizioni, allontanandolo dal circuito proprio nel momento di massima crescita.
Il caso Sinner, seppur ancora in fase di valutazione, potrebbe avere ripercussioni profonde non solo sulla carriera del tennista, ma anche sull’intero panorama del tennis italiano. Dopo l’exploit di Matteo Berrettini, che ha raggiunto la finale di Wimbledon nel 2021, Sinner rappresenta la nuova speranza del tennis italiano, un campione capace di competere ai massimi livelli e di portare il tricolore sul podio dei tornei più prestigiosi.
I tempi della decisione
Se la Corte Arbitrale dello Sport dovesse decidere per una squalifica di uno o due anni, Sinner rischierebbe di vedere interrotta una carriera in ascesa. Inoltre, una sospensione potrebbe minare la sua fiducia e quella dei suoi sostenitori, alimentando polemiche e discussioni sull’efficacia del sistema antidoping e sull’integrità del tennis stesso.
Per ora, Jannik Sinner può continuare a competere nei tornei in programma, in quanto la sentenza di primo grado rimane valida fino a quando il CAS non si esprimerà in maniera definitiva. I tempi potrebbero essere lunghi. Non inferiori ai sei mesi…
Questa la traduzione letterale del testo del comunicato WADA
“L’Agenzia Mondiale Anti-Doping (WADA) conferma di aver presentato giovedì 26 settembre un ricorso alla Corte Arbitrale dello Sport (CAS) per il caso del tennista italiano Jannik Sinner, giudicato da un tribunale indipendente dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA) senza colpa o negligenza per essere risultato positivo per due volte al clostebol, una sostanza proibita, nel marzo 2024.
La WADA ritiene che la constatazione di ‘assenza di colpa o negligenza’ non sia corretta ai sensi delle norme vigenti. WADA chiede un periodo di ineleggibilità compreso tra uno e due anni. La WADA non chiede la squalifica di alcun risultato, salvo quella già inflitta dal tribunale di prima istanza. Poiché la questione è ora pendente davanti al CAS, la WADA non farà ulteriori commenti in questo momento.”