Famosissimo per una carriera in teatro straordinario, Glauco Mauri, scomparso ieri a 86 anni, era legato a uno dei più grandi successi cinematografici di sempre
Il mondo del teatro italiano piange la scomparsa di Glauco Mauri, un’icona del palcoscenico che ha lasciato un segno indelebile nella cultura e nelle arte del palcoscenico del nostro paese.
Mauri avrebbe compiuto 94 anni dopodomani e, nonostante l’età ormai avanzata, continuava a essere un punto di riferimento per le nuove generazioni di attori e registi. I suoi corsi di formazione e gli stage che continuava a offrire a numerosi giovani attori emergenti in diverse città erano tra i più richiesti.
Glauco Mauri ha intrapreso la sua carriera teatrale all’inizio degli anni ’50. La sua formazione si è sviluppata in un periodo in cui il teatro italiano stava attraversando una trasformazione significativa, con l’emergere di nuove correnti artistiche e l’influenza di registi innovativi. Sin da giovane, Mauri ha dimostrato un talento eccezionale per la recitazione, ma è stato anche un grande appassionato di regia, lavorando in entrambe le direzioni con successo.
Nonostante la sua carriera sia stata indirizzata fin dall’inizio al grande teatro di prosa, lavorando con alcuni dei nomi più importanti del panorama culturale italiano, la sua carriera è stata caratterizzata anche da alcune prove cinematografiche sublimi. Su tutte quella in Profondo Rosso, grande classico del cinema italiano firmata da Dario Argento.
La pellicola, prodotta da Dario Argento nel 1975, fu un enorme successo commerciale, e ancora oggi è uno dei superclassici in grado di raccogliere grande audience in TV. Si tratta di un evergreen che come pochi altri film ha avuto un impatto duraturo nel panorama cinematografico italiano e internazionale. Mauri, in questo contesto, ha dato vita a uno dei personaggi chiave del film, che nel ruolo di protagonista vedeva un altro grande attore teatrale, Gabriele Lavia. Mauri era il professor Giordani, uno dei primi a intuire i crimini di un serial killer, ucciso dall’assassino proprio poco prima di svelare il suo nome.
Dario Argento aveva voluto personalmente e con grande forza Lavia e Glauco Mauri nel film che spicca per la loro recitazione estremamente classica e di spessore.
Sei film molto importanti in carriera, tra i quali anche L’Ospite di Liliana Cavani ed Ecce Bombo, una delle prime opere di Nanni Moretti. Ma Glauco Mauri è famoso e apprezzato soprattutto per le sue interpretazioni di classici della letteratura teatrale, come Shakespeare, Pirandello e Beckett. La sua versatilità gli ha permesso di passare da ruoli tragici a quelli comici, con una naturalezza che raramente si vede nel mondo della recitazione.
Il suo curriculum lo vede interpretare tutti i classici più importanti. Dal Machbeth con cui fa il suo esordio nel 1982 e che interpreterà più volte realizzando anche diverse regie, al Re Lear. E ancora classici come Riccardo III, Bisbetica Domata, Dodicesima Notte, La Tempesta, Molto Rumore per Nulla tutti interpretati da protagonista in una sequela di successi straordinaria e sempre per grandissimi registi. Strindberg, Ronconi, Aldo Trionfo, Marco Sciaccaluga collaborando con alcuni dei più grandi teatri di prosa italiani.
Firma la sua prima regia teatrale nel 1982 con l’Edipo Re per poi misurarsi come interprete e produttore di quasi tutto quello che aveva recitato da protagonista.
Nel corso degli ultimi anni aveva un po’ rallentato la sua attività artistica senza mai abbandonare la recitazione: quest’anno sarebbe dovuto tornare in scena con Interno Bernhard, ritratto di un artista da vecchio. Lo scorso anno si era esibito con numerose repliche del Manfred e l’anno prima aveva interpretato una splendida riduzione del Re Lear.
Voce inconfondibile aveva prestato la sua interpretazione anche ad alcuni classici radiofonici recitando in TV in alcune delle riduzioni RAI più celebri di sempre: fu per la verità uno dei primi ad accettare la grande sfida di portare sulla TV popolare il grande teatro. Fin dagli anni ’50. In realtà prestò la sua vce anche come doppiatore per alcuni superclassici insospettabili: su tutti Guerre Stellari.
La morte di Glauco Mauri lascia un vuoto profondo nel cuore di chi ama il teatro. La sua eredità non si limita ai palcoscenici, ma si estende anche ai numerosi studenti e giovani attori che Mauri ha formato nel corso degli anni. Mauri è stato un insegnante dedicato. Sempre pronto a trasmettere la sua passione e le sue conoscenze, aiutando così a formare la prossima generazione di talenti.
I suoi allievi lo ricordano non solo come un grande artista, ma anche come un mentore e un amico. La sua disponibilità e il suo approccio caloroso hanno fatto di lui una figura amata e rispettata nel mondo del teatro. Le sue lezioni non riguardavano solo la tecnica, ma anche l’importanza dell’interpretazione autentica e della connessione emotiva con il pubblico.
Dopo la notizia della sua scomparsa, numerosi tributi sono stati espressi da parte di colleghi, amici e appassionati di teatro. Molti hanno condiviso aneddoti e ricordi, evidenziando non solo il suo talento artistico, ma anche la sua personalità carismatica e il suo amore per il teatro.
La pagina Facebook dedicata a Glauco Mauri è stata inondata di messaggi di condoglianze e ricordi commoventi, segno dell’impatto che ha avuto sulla vita di molte persone.
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