P Diddy – alias Sean Combs – icona della musica e dell’imprenditoria digitale e dell’intrattenimento è nel mirino delle autorità con accuse gravi che potrebbero avere un impatto devastante sulla sua carriera e sulla sua reputazione. Sintesi di una inchiesta che sta scovolgendo l’establishment dello showbusiness americano
In America, da giorni, non si parla d’altro. La vicenda sulla bocca di tutti è quella che riguarda le clamorose accuse nei confronti di Sean Combs, meglio noto come P Diddy (in passato Puff Daddy). Controverso artista che ha fatto i miliardi con la musica ma soprattutto con l’industria dell’informazione digitale.
Diddy è una delle persone più ricche nel mondo dello showbusiness americano. Apparentemente un intoccabile, circondato da uno stuolo di amici potenti e ricchi ma anche da relazioni altrettanto influenti che coinvolgono artisti stellari, imprenditori, giornalisti… persino magistrati. Un castello di carte che rischia di crollare sconvolgendo equilibri impensabili.
Chi è P Diddy
Con una carriera che abbraccia oltre tre decenni, P Diddy ha influenzato profondamente il panorama musicale e culturale. Molti magari non lo ricordano: ma la sua prima fama era dovuta al controverso rapporto con Jennifer Lopez, sua fidanzata ufficiale per alcuni anni. F
u proprio la popstar, all’epoca non ancora così famosa, la prima a squarciare un velo sui comportamenti non esattamente limpidissimi dell’uomo. Jennifer quando lo lasciò incise anche una canzone eloquente intitolata Love Don’t Cost a Thing nel cui video si spogliava di regali e oggetti preziosi.
I critici videro nella canzone e nel suo testo un riferimento non tanto agli atteggiamenti clamorosi di P Diddy, che all’epoca si chiamava ancora Puff Daddy quanto piuttosto nella sua abitudine di pagare donne con le quali si accompagnava: cosa che gli aveva creato già alcuni problemi con la giustizia.
Uno scandalo epocale
Nulla confronto a quello che sta affrontando adesso. Un autentico terremoto.
Le recenti accuse contro P Diddy sono emerse in un clima di crescente attenzione pubblica sui comportamenti inappropriati di figure di alto profilo nel mondo dello spettacolo. Accuse di violenza domestica e abusi nei confronti di donne hanno riempito i titoli dei giornali, specialmente dopo il movimento #MeToo, che ha spinto molte donne a rompere il silenzio su esperienze di abuso e molestie. Questa nuova ondata di consapevolezza ha portato anche all’emergere di accuse nei confronti di P Diddy.
Secondo le fonti, le accuse includono affermazioni di abusi fisici e psicologici. Numerose le denunce che hanno scoperchiato un vaso di Pandora su eventi che in alcuni Stati americani non cadono in prescrizione. Tant’è che P Diddy al momento è custodito in carcere e la sua richiesta di pagare una cauzione da record – 50 milioni di dollari – è stata respinta dai giudici in attesa di ufficializzare tutte le incriminazioni.
Un caso complicato
Si tratta di una vicenda giudiziaria di importanza epocale perché le denunce nei confronti di P Diddy sarebbero decine (alcune fonti americane parlano di 129 accuse). E continuano ad aggiornarsi coinvolgendo un numero sempre maggiore di persone che avrebbero in qualche modo partecipato alle sue feste – definite White Party – all’insegna di comportamenti sfrenati, sostanze illecite, eccessi e illegalità.
Si parla in modo molto chiaro di violenza sessuale, pedofilia, minacce ed estorsione. Anche le accuse più gravi emerse nelle ultime ore sono quelle – molteplici – di violenza carnale aggravata e sequestro di persona.
P Diddy, l’inchiesta parte da New York
Le accuse sono state formalizzate dalla magistratura del SDNY (Distretto Meridionale di New York) ed è ancora in fase di aggiornamento. I capi d’accusa maggiori riguardano l’estorsione – che comporta una pena dai 10 anni all’ergastolo – il traffico sessuale mediante minaccia e lo sfruttamento della prostituzione.
L’atto d’accusa afferma che Combs… “avrebbe abusato, minacciato e costretto donne e altri attorno a lui a soddisfare i suoi desideri sessuali, a proteggere la sua reputazione e a nascondere la sua condotta” almeno dal 2008.
Si sostiene che il 54enne abbia utilizzato i suoi dipendenti per creare un’organizzazione criminale i cui membri, oltre al traffico sessuale, cospiravano per trarre profitto da lavoro forzato, rapimenti, incendio dolosi, corrompendo funzionari pubblici e polizia e ostacolando la giustizia. Se tutte le accuse fossero provate Combs passerebbe il resto della sua vita in galera senza la possibilità di uscire mai più.
Le Freak Offs
Il documento cita più volte la pratica del Freak Offs, prestazioni sessuali spesso coercitive nelle quali numerose donne, sotto la minaccia di armi o sotto ritorsione, si prestavano a pratiche sessuali estreme. P Diddy e i suoi collaboratori e amici partecipavano filmando tutto. Le vittime spesso erano tenute sotto controllo per giorni con droghe e minacce: feste che si concludevano al termine di autentiche torture.
La polizia nelle case di Combs ha sequestrato materiale riconducibile a pratiche sessuali estreme che avrebbero coinvolto non solo donne ma anche bambini.
“Non colpevole…”
Combs, che si è dichiarato non colpevole, resta in carcere. I suoi avvocati, tra i più influenti e costosi d’America, stanno predisponendo una difesa che presuppone la collaborazione da parte del produttore e imprenditore. Che ha tuttavia diverse carte a disposizione: su tutte quelle del coinvolgimento di persone che avrebbero beneficiato delle sue feste e della sua ospitalità. Tra questi numerosi artisti e persone estremamente influenti: anche politici.
P Diddy resta in carcere
Gli avvocati tuttavia hanno incassato una prima pesante sconfitta con il secco no a scarcerazione. La richiesta prevedeva arresti domiciliari nella sua villa in Florida con monitoraggio GPS e visitate limitatissime. Il giudice ha accolto la tesi del procuratore Emily Johnson che ha motivato le intimidazioni di Combs e dei suoi dipendenti sia nei confronti degli accusatori che di alcuni testimoni di feste e abusi.
Le prime denunce sono di 30 anni fa
Il produttore è in carcere da 15 giorni. E il caso si amplia ulteriormente. Proprio ieri un avvocato che rappresenta almeno altre 120 persone oggetto di abusi o molestie, ha anticipato nuove accuse. Nei suoi documenti sarebbero presenti le dichiarazioni di 60 uomini e 60 donne vittime di abusi, di cui 25 erano minorenni all’epoca dei fatti. Fatti che si estendono dal 1991 fino a poche settimane fa.
Interessante il fatto che non si tratti di un’azione collettiva: ogni soggetto ha chiesto di aprire una causa individuale nei confronti di Combs… Il che significherebbe altre decine di processi in tutto il paese, perché la giurisdizione varia a seconda di dove è stato commesso il crimine. Alcuni testimoni sostengono che sarebbero almeno 3mila le persone che in qualche modo hanno avanzato accuse nei confronti di P Diddy.
La Reazione di P Diddy
Il quale dal canto suo ha rilasciato una dichiarazione in cui nega fermamente tutte le affermazioni. Combs ha descritto le accuse come infondate e ha sottolineato il suo impegno per la verità e la giustizia: “Non tollero alcun tipo di abuso – ha affermato il rapper – e mi impegnerò a difendere la mia reputazione e la mia integrità”.
Tuttavia, la sua reazione non ha placato l’opinione pubblica. Molti sostengono che la sua posizione di potere nel settore lo abbia messo al di sopra delle leggi e delle norme sociali. La questione ha sollevato interrogativi su come le celebrità affrontino le accuse di questo tipo e su come la società gestisca le figure di potere quando si trovano coinvolte in controversie.