Non vinse il Mondiale, che sfiorò per due volte con le finali del 1974 e del 1978, ma rappresentò per almeno quindici anni un calco spettacolare e rivoluzionario, è scomparso il grande Johan Neeskens
Sembrava un cantante rock americano con i capelli lunghi e le foltissime basette da hippie che lo accomunavano alle superstar rock che amava e seguiva. Era famoso per due passioni in particolare: auto sportive e splendide donne, spesso abbinate. Johan Neeskens è stato uno dei più grandi calciatori del mondo, interprete di un calcio rivoluzionario.
Il giocatore olandese, bandiera dell’Ajax e della nazionale olandese, è scomparso oggi all’età di 73 anni.
La morte di Johan Neeskens
La notizia della sua scomparsa è stata confermata dalla Federazione Calcistica Olandese (KNVB) che gli ha dedicato un accorato comunicato: “Siamo addolorati di condividere la notizia della morte improvvisa di Johan Neeskens, 73 anni. Negli ultimi giorni si trovava in Algeria, impegnato con il programma World Coaches della KNVB, quando si è sentito male. Purtroppo, l’assistenza medica non ha potuto fare nulla per salvarlo”.
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A uccidere Neeskens un attacco cardiaco: “Le parole non riescono a descrivere l’enormità e l’improvvisa tragicità di questa perdita – prosegue il comunicato della federcalcio olandese – i nostri pensieri vanno a sua moglie Marlis, ai suoi figli, alla sua famiglia e ai suoi amici. Il mondo non saluta solo un atleta straordinario, ma anche una persona piena di compassione, determinazione e generosità”.
Una carriera strepitosa
Neeskens ha collezionato 49 presenze con la nazionale olandese e sarà ricordato, tra le altre cose, per il rigore segnato nei primi minuti della finale della Coppa del Mondo del 1974 contro la Germania Ovest. Nonostante quel vantaggio iniziale, marcato pochi secondi dopo l’inizio, l’Olanda perse la partita per 2-1. Si giocava in Germania. E quattro anni più tardi, la squadra olandese raggiunse nuovamente la finale, ma venne sconfitta dall’Argentina – di nuovo padrona di casa – 3-1 e solo dopo i tempi supplementari.
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A livello di club, Johan Neeskens ha vissuto una carriera straordinaria, indossando le maglie di Ajax, Barcellona, e successivamente, negli Stati Uniti, quella dei New York Cosmos di Pelé e dei Kansas City Comets. Con l’Ajax ha conquistato tre Coppe dei Campioni e due titoli di campione nazionale, contribuendo a scrivere uno dei capitoli più gloriosi del calcio europeo.
Il modello Neeskens
Giocatore agilissimo ma potente, creativo ma solido, Neeskens è stato uno dei primi calciatori moderni, destinato a cambiare completamente la narrativa di un ruolo affascinante come pochi altri. Nato difensore, Neeskens diventò uno dei simboli del calcio totale olandese sviluppando il ruolo per essere a volte mediano, a volte regista e alla fine della sua carriera play alto.
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Grandissimo senso del gioco e un tiro micidiale, un giocatore di rara duttilità con piedi straordinari e una visione di gioco unica: “Guardandolo avresti capito i giochi elettronici, perché lui sapeva cosa fare un secondo e mezzo prima di tutti gli altri” dice di lui Ronald Koeman, attuale commissario tecnico della nazionale olandese che lo definì uno dei motivi per cui aveva cominciato a giocare a calcio.
Il successo e la depressione
Due mogli. La svizzera Marianne e la concittadina Marlies. Quattro figli uno solo dei quali solo seguì per qualche anno le sue tracce senza molto successo. Una vita di enorme successo con non pochi motivi di difficoltà. Dopo il primo divorzio l’ombra della depressione che lo coglie mentre è negli Stati Uniti dove cade negli abusi di alcol e non solo. Poi conosce Marlies con la quale vivrà per gli ultimi 40 anni… “È stata la mia dichiarazione di resa, quando l’ho conosciuta vivo in pace anche con me stesso”.
Gli piaceva il calcio, ma preferì fare l’allenatore part time, scegliendo un profilo basso. Ha collaborato con Ajax e Sparta andando ad allenare in Spagna,, Turchia e Australia… “Così finalmente del mondo non vedrò solo aeroporto, albergo e stadio” disse spiegando le sue scelte.
Messaggi di lutto e cordoglio sono stati postati da tutte le sue squadre, in particolare Barcellona – dove giocò cinque stagioni vincendo una Copa del Rey e una Coppa delle Coppe, e Ajax.