Confermando una superiorità che nel corso delle prime regate era sembrata evidente, New Zealand conquista anche il settimo punto, quello decisivo, e alza al cielo l’America’s Cup battendo Ineos Britannia
L’Emirates Team New Zealand scrive un nuovo capitolo nella storia della vela mondiale, conquistando la 37esima edizione dell’America’s Cup con una vittoria schiacciante su INEOS Britannia.
La regata decisiva, sul campo di regata allestito al largo di Barcellona, ha visto i neozelandesi imporsi con un punteggio finale di 7-2, dimostrando ancora una volta il loro dominio in una delle competizioni più prestigiose e ricche del calendario sportivo.
Una vittoria che ha una rilevanza storica: Team New Zealand diventa infatti il primo consorzio della storia moderna a vincere l’America’s Cup per tre edizioni consecutive, aggiungendo il trofeo del 2024 alle vittorie del 2017 alle Bermuda e del 2021 ad Auckland.
LEGGI ANCHE – Liam Payne, musica in lutto: parlano Robbie Williams, Simon Cowell e gli One Direction
Con questo trionfo, il team guidato da Grant Dalton e dal suo skipper Peter Burling consolida ulteriormente la sua leadership come uno dei team più grandi nella storia della competizione.
Per il Regno Unito il sogno di portare a casa l’Auld Mug – questo il soprannome del trofeo dell’America’s Cup – continua a rimanere un miraggio. La Gran Bretagna che ha partecipato alla prima edizione della competizione fin dal 1851, deve ancora vincere l’ambito trofeo che molti appassionati in Inghilterra considerano ‘stregato’ visti i numerosi e inutili tentativi in 173 anni di storia della competizione.
LEGGI ANCHE – La tragica morte di Liam Payne: indagine ancora in corso
La sfida di INEOS Britannia finanziata dal multimiliardario Jim Ratcliffe e supportata dall’expertise ingegneristica del team di Formula 1 della Mercedes sembrava promettente, soprattutto dopo la vittoria nella finale di Louis Vuitton Cup contro Luna Rossa. Ma tutto alla fine si è rivelato insufficiente di fronte all’abilità e alla preparazione del team neozelandese.
Lo skipper britannico Ben Ainslie, uno dei velisti più decorati della storia olimpica con quattro ori e un argento alle Olimpiadi, aveva promesso una lotta equilibrata fino all’ultimo respiro. E tutto sommato Ainslie ha mantenuto la parola. Tuttavia, le condizioni della regata di oggi non erano le migliori per il team britannico. Il mare calmo e il vento leggero, appena una brezza, si adattavano molto di più alle caratteristiche di New Zealand.
LEGGI ANCHE – Musica in lutto, Liam Payne degli One Direction muore tragicamente a 31 anni
Nonostante una brillante manovra di partenza, che aveva dato a Britannia anche un timido vantaggio iniziale, la situazione è rapidamente cambiata. I Kiwis hanno preso il comando in modo prepotente difendendolo senza incertezze fino al traguardo e all’esplosione dei fuochi d’artificio che sancivano la fine della regata decisiva e della competizione.
L’imbarcazione di New Zealand si chiama in realtà Taihoro: che in lingua Maori significa – movimento veloce sul mare tra paradiso e terra. Un nome di battesimo beneaugurale voluto da Helen Clark, ex primo ministro neozelandese e madrina del progetto.
LEGGI ANCHE – Yahya Sinwar, ucciso a Gaza il leader di Hamas: i dettagli sulla sua morte
Taihoro, tenendo fede al suo nome quasi intraducibile, ha preso il comando e ha subito trovato un vento più forte sul lato destro del campo di regata, distaccandosi da Britannia con un vantaggio di oltre 200 metri. In quel momento, la regata sembrava già decisa. Tuttavia, il team britannico ha dimostrato un grande spirito combattivo, riuscendo a recuperare terreno nel corso della bolina. Britannia ha sfruttato un’apertura lasciata da Taihoro avvicinandosi progressivamente: il distacco è passato da 200 metri a 100, poi a 20 e infine a soli 10 metri.
Per un momento, sembrava quasi che INEOS Britannia potesse rientrare in gara, ma la rimonta è stata solo un’illusione. New Zealand ha subito ripreso il controllo e si è allontanato definitivamente non appena il vento è sceso arrivando al traguardo in scioltezza fine con un vantaggio di 500 metri. Una enormità…
LEGGI ANCHE – Yahya Sinwar, ucciso a Gaza il leader di Hamas: i dettagli sulla sua morte
E quella che sembrava una rincorsa possibile si è trasformata in un’inevitabile sconfitta per il team britannico… “Abbiamo avuto i nostri momenti, ma alla fine ha vinto il team migliore,” ha commentato Ainslie con grande sportività al termine della regata.
Con questa vittoria Emirates Team New Zealand ha confermato il suo status di leader assoluto nel mondo della vela ad alte velocità. La squadra ha infatti collezionato la terza vittoria consecutiva nella Coppa America, un’impresa mai realizzata prima d’ora.
LEGGI ANCHE – Morgan torna sul palco: concerto a Milano dopo polemiche e tribunale
Peter Burling lo skipper neozelandese, è stato protagonista assoluto di questa storica vittoria, raggiungendo la sua 22esima vittoria nelle finali di America’s Cup, stabilendo così un nuovo record personale.
“Siamo incredibilmente orgogliosi di questo risultato. È un giorno fantastico per la nostra squadra e per tutti i nostri fan – ha dichiarato Burling alla fine della competizione – è una sensazione straordinaria, abbiamo lavorato duramente per questo e siamo riusciti a dimostrare che siamo ancora i migliori.”
LEGGI ANCHE – Luna Rossa, il sogno è finito: Britannia vince la Louis Vuitton Cup
Il team neozelandese, oltre a vincere il trofeo, ha stabilito nuovi standard di prestazione, infrangendo il record di velocità assoluto dell’America’s Cup con le loro imbarcazioni AC75, capaci di raggiungere una velocità straordinaria superiore ai 55 (oltre 102 km/h).
L’importanza della vittoria è stata sottolineata anche dalla celebrazione a bordo della Taihoro. Gli otto membri dell’equipaggio si sono abbracciati e hanno esultato, mentre i fan si sono radunati a bordo di una flotta di barche intorno al vincitore, suonando i clacson in segno di gioia.
LEGGI ANCHE – Sammy Basso, muore il biologo in lotta contro la progeria: il cordoglio del paese, i funerali
Team New Zealand ha issato la bandiera della Nuova Zelanda sul proprio albero, insieme a un grande striscione bianco con la scritta “Grazie mille, Barcellona” in catalano, un segno di apprezzamento per la città che ha ospitato l’evento.
Con la vittoria del 2024, il Team New Zealand ha ora il compito di decidere dove e quando si terrà la prossima edizione dell’America’s Cup.
Grant Dalton il CEO del team, ha già accennato a diverse possibilità. Una delle opzioni è quella di mantenere l’evento a Barcellona una città che ha offerto uno scenario spettacolare per le regate, con la Sagrada Familia sullo sfondo e le acque del Mediterraneo a fare da cornice. Tuttavia, esiste anche la possibilità che la competizione possa tornare finalmente ad Auckland se gli organizzatori riusciranno a ottenere il sostegno finanziario necessario.
C’è poi un’altra ipotesi, ancora più suggestiva, che vede l’Arabia Saudita tra i potenziali candidati per ospitare la competizione, dopo che il paese ha già accolto una regata preliminare lo scorso anno.
La Juventus potrebbe riportare in Italia una promessa del calcio italiano, attualmente ai margini nel…
La morte di Larimar Annaloro, la ragazzina di 15 anni rinvenuta impiccata il 5 novembre…
Tragedia a Nole Canavese in provincia di Torino, una bimba di dieci mesi è morta…
La decisione di Putin di lanciare un missile balistico sperimentale potenzialmente nucleare oltre i confini…
Elle Macpherson, nel suo nuovo libro autobiografico, si apre riguardo al suo difficile rapporto con…
WhatsApp, una novità attesissima sta per giungere: sarà la fine dei messaggi vocali per come…