Tanta folla e molta commozione a Rozzano per i funerali di Manuel Mastropasqua, il giovane di 31 anni freddato da una coltellata al petto durante un tentativo di rapina mentre rientrava a casa dal lavoro
Ci sono gli applausi, misurati, quasi timidi delle molte centinaia di persone presenti. Persino i palloncini bianchi e azzurri.
La bara di Manuel Mastropasqua viene accompagnata da un applauso molto educato e senza clamore.
Rozzano, nel giorno del lutto cittadino per i funerali di Manuel Mastropasqua reagisce in modo misurato e senza eccessi. L’immagine del giovane di 31 anni freddato da una coltellata al petto durante un assurdo tentativo di rapina, è presente in molti negozi del centro. E il sobborgo di poco meno di 20mila persone che passa per essere un quartiere difficile, popolarissimo e teatro di mille disagi, oggi vuole dimostrare di essere qualcosa di diverso.
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C’è un profondo senso di cordoglio e di commozione: ma anche molto garbo e tanta misura. I giornalisti e le telecamere restano sullo sfondo, tollerati. Chiunque abbia velleità di protagonismo viene invitato a stare zitto e a rimanere composto. Ma non c’è dubbio che la morte, davvero assurda di Manuel, abbia toccato nel profondo questa piccola comunità alle porte di Milano che suo malgrado si trova al centro dell’attenzione quasi sempre per aspetti di cronaca drammatica…
Intorno alla famiglia, aderente al culto cristiano evangelico, si è stretta tutta la comunità. E dunque non solo amici e parenti, ma anche rappresentanti del Comune – che ha indetto il lutto cittadino – e moltissimi commercianti che hanno chiuso il loro esercizio seguendo il breve corteo funebre.
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Il funerale, allestito presso la Chiesa evangelica Veritas, è stato un momento di profonda commozione e riflessione per l’intera comunità, che ha proclamato il lutto cittadino. Ma se la cerimonia era garbata e delicata, l’atmosfera da qualche giorno a a Rozzano è molto meno tranquilla. Un clima di attesa tesa e sofferta, segnata dal dolore di una comunità ferita dalla tragica morte di un suo giovane.
Tra i pochi a parlare il sindaco Gianni Ferretti che aveva proclamato il lutto cittadino prima ancora ci convocare il consiglio comunale. Tutte le istituzioni locali hanno risposto esponendo bandiere a mezz’asta e sospendendo le attività pubbliche.
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“Abbiamo perso un bravo ragazzo, vittima di un gesto insensato e crudele – ha dichiarato il sindaco – non ci sono parole per un episodio del genere. Mi aspetto solo che si faccia giustizia”.
Il feretro di Manuel, una bara in legno chiaro decorata con una grande corona di fiori bianchi, è arrivato alla chiesa intorno alle 14.45. Il silenzio fuori dalla chiesa è stato rotto dalle note della canzone Oh My Soul dei Casting Crowns, un brano profondamente di ispirazione cristiana fortemente evocativo scelto appositamente per accompagnare l’ingresso di Manuel.
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In prima fila la madre di Manuel, sua sorella Marika e la fidanzata Ginevra giunta da Genova. Le tre donne hanno seguito il feretro con grande compostezza in un dolore silenzioso e lancinante.
La comunità ha partecipato numerosa al funerale durante l’ufficio religioso, dimostrando un affetto sincero verso un giovane descritto da tutti come una “brava persona” e “un’anima buona”. Moltissimi quelli che non sono riusciti a entrare e che si sono raccolti sul piazzale esterno alla chiesa.
La cerimonia funebre è stata officiata dal pastore Keith Jones, che conosceva personalmente Manuel. Nel suo discorso, ha evidenziato il lato umano e positivo del giovane, nonostante le difficoltà della vita.
“Manuel era speciale – ha detto il pastore con commozione – mi ricordo le nostre tante conversazioni, soprattutto sul lavoro, e anche se le cose non andavano sempre come voleva, aveva sempre un bel sorriso. Quel sorriso che parlava di lui, del suo modo di affrontare la vita, e che ci mancherà profondamente”.
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Il pastore ha anche sottolineato l’importanza del lutto e della riflessione: “In questi momenti in cui qualsiasi perdono diventa difficile da accogliere, abbiamo bisogno di tempo per manifestare il nostro dolore: Forse è troppo presto per parlare di perdono. Forse un giorno, col tempo, potremo pensare a questa parola, ma adesso dobbiamo concentrarci sul garantire che le conseguenze di queste azioni siano affrontate.”
Parole che hanno fatto eco nei cuori di molti presenti, che, seppur credenti, hanno trovato difficile immaginare la possibilità di perdonare un atto tanto violento e ingiusto.
Nel frattempo, Daniele Rezza, arrestato due giorni dopo il delitto mentre tentava la fuga verso la Francia resta in custodia cautelare in carcere. Il giovane ha confessato l’omicidio, ammettendo di aver agito con l’intento di rapinare Manuel delle cuffie Bluetooth che indossava. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto la misura detentiva per la gravità delle accuse e il pericolo di fuga, oltre che per la possibilità di reiterazione del reato.
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La vicenda ha suscitato sentimenti contrastanti nella comunità di Rozzano, che da un lato chiede giustizia per Manuel, ma dall’altro riflette sulla fragilità della gioventù e sulla mancanza di prospettive che talvolta spinge i giovani a scelte disperate e violente.
Al termine della cerimonia, tra le lacrime e il silenzio, dopo un brevissimo applauso, gli amici di Manuel hanno voluto rendere omaggio al giovane facendo volare decine di palloncini bianchi e azzurri verso il cielo. Uno striscione con la scritta “Buon viaggio, Manuel” è stato srotolato davanti alla bara di legno chiaro.
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