Iron Maiden, è morto Paul Di Anno, la voce originale della band

È scomparso a 66 anni Paul Di Anno, fondatore e prima voce solista degli Iron Maiden, uno dei primi interpreti del genere che ha caratterizzato la band da oltre quarant’anni a questa parte

È il 1980 e in Italia arrivano acclamatissimi i Kiss, all’epoca all’apice del loro successo commerciale. La band organizza alcune date in Italia che vanno a ruba: Roma, Perugia, il Vigorelli di Milano e il Palasport di Genova. A esibirsi prima di loro c’è una band inglese, giovanissima e semisconosciuta: sono gli Iron Maiden.

Paul Di Anno
Paul Di Anno, aveva 66 anni – Credits Conquest Music (QNM)

Hanno all’attivo un solo album – l’eponimo Iron Maiden, primo di una collezione di 35 dischi in studio – e alla voce c’è Paul Di’Anno fondatore della band insieme al bassista Steve Harris e al primo chitarrista, Dave Murray.

Iron Maiden, la prima volta di Paul Di Anno

Le leggende metropolitane raccontano che Paul Di’Anno concludesse ogni concerto con una sbronza colossale e quella di Genova alcuni amici della band se la ricordano ancora oggi.

Di’Anno, famoso per il suo stile di vita molto disinvolto e festaiolo, andò a festeggiare nei locali dell’angiporto genovese e si addormentò a casa di un’amica. Il giorno dopo quando la band non aveva più alcuna sua notizia, allarmatissima, lo cerca ovunque. In albergo, in stazione, persino all’aeroporto e in Questura. I telefonini ovviamente non c’erano. Si teme il peggio.

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Di’Anno dopo due giorni genovesi intensissimi verrà recapitato giusto in tempo per il sound check al Vigorelli di Milano, in condizioni appena presentabili. Furono show memorabili, i primi in cui rimbombano oltre ad Iron Maiden – che molti non sanno cosa sia ma è una pesantissima macchina della tortura usata nel medioevo – anche uno dei loro superclassici, Phantom of the Opera, immancabile nel loro repertorio ancora oggi.

Chi era Paul Di Anno

Paul Di’Anno è scomparso a 66 anni nella sua casa di Salisbury, Inghilterra. La notizia della sua morte è stata diffusa dalla sua casa discografica, la Conquest Music, con un post sui social media.

Non sono stati forniti ulteriori dettagli sulle cause della morte, ma il cantante era noto per aver affrontato problemi di salute molto seri nel corso degli ultimi anni, senza mai rinunciare a esibirsi. I suoi ultimi concerti li aveva regolarmente tenuti. Seduto su una sedia a rotelle.

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La sua influenza sulla scena heavy metal è comunque indelebile anche se il suo periodo negli Iron Maiden è stato forzatamente breve, fino al 1981. Quando al suo posto arrivarono Bruce Dickinson e il grandissimo successo commerciale che dura tutt’oggi.

Paul Di Anno
Paul Di Anno sul palco – Credits Conquest Music (QNM)

Rock and roll e sbronze

Paul Di’Anno in realtà si chiamava Paul Andrews, ed era nato il 17 maggio 1958 a Chingford, nella cintura periferica orientale di Londra. In quegli anni gli Iron Maiden erano una band all’esordio, straordinariamente promettente ma acerba. “Suonare suonare e suonare… non conosco altri mezzi” diceva Di’Anno. E la band si mette in luce in Inghilterra esibendosi ovunque, in qualsiasi locale ci fosse spazio creandosi un piccolo repertorio e uno zoccolo di fan fedelissimi.

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Di’Anno arrivava dal punk e amava molto lo speed. Ed è a questo che punta con la band inventandosi un sound che di fatto non esisteva e proponendo testi onirici e un po’ inquietanti che riportano ai miti e alle leggende celtiche.

Il resto lo fa la sua voce graffiante e tagliente che diventa subito un marchio di fabbrica della prima era del gruppo.

Eccessi eccessivi

Con Killers, il secondo album degli Iron Maiden pubblicato nel febbraio 1981, la band consolida il proprio stile e afferma la propria identità musicale. Di’Anno, con la sua interpretazione aggressiva e la sua attitudine ribelle, guida il gruppo nel periodo in cui si definisce l’estetica del metal britannico, quella che sarà conosciuta come la New Wave of British Heavy Metal (NWOBHM).

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Nonostante il successo crescente, i problemi interni iniziano a farsi strada, soprattutto a causa dello stile di vita eccessivo del cantante. Di’Anno stesso, in più occasioni, ha ammesso di aver contribuito alla sua stessa uscita dalla band.

Paul Di Anno
Paul Di Anno durante l’ultimo tour, quando si esibiva in sedia a rotelle – Credits Conquest Music (QNM)

“Non era giusto nemmeno nei miei stessi confronti”

In più di una intervista Paul Di’Anno ammette di non essere stato un buon compagno per la band… “Posso dirtelo francamente – confidò una volta a chi scrive nel 2011 – ero la persona peggiore da amministrare fuori dal palco. Una sera non ricordavo le parole, un’altra arrivavo in ritardo, un’altra ancora stavo malissimo e mi trascinavo. Alla fine ho capito che stavo facendo tutto quello che avrei detto a chiunque altro di non fare. Non era giusto per i miei compagni della band, ma nemmeno per me. Ci sono voluti molti, molti anni per ritrovare un minimo di misura in quello che facevo”.

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Uno stile di vita che lo ha caratterizzato e forse segnato: “Bevevo come se fosse la mia ultima sera, giorno dopo giorno sempre di più fino a quando il mio corpo ha posto un limite. Diversamente sarei morto molto tempo fa. E ad essere onesto non è che stia benissimo nemmeno oggi. Mi sono divertito tanto, ma tanto tanto. E credo che pagherò tutto questo con un saldo di vita inferiore alle aspettative”.

La carriera solista di Paul Di Anno

Dopo la separazione dagli Iron Maiden, Paul Di’Anno continua la sua carriera musicale, anche se non raggiunge mai più il successo globale ottenuto con la band. Fonda nuovi gruppi come Battlezone, Killers e intraprende un percorso solista, rimanendo comunque una figura rispettata all’interno della scena heavy metal. La sua voce distintiva e la sua capacità di mescolare influenze punk con il metal continua ad affascinare fan e colleghi musicisti.

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I rapporti con gli Iron Maiden da freddi si fanno più intensi e alla fine amichevoli e affettuosi. La band gli ha sempre riconosciuto gran parte di quello che sarebbe stata la credibilità artistica del proprio progetto.

Poche settimane fa è uscita The Book of the Beast, una raccolta di foto, testimonianze, testi e aneddoti che ripercorre la sua carriera solista e che include nuove versioni di alcuni dei brani che ha reso celebri durante il suo periodo con gli Iron Maiden.

Paul Di Anno e Steve Harris
Paul Di Anno alla destra di Steve Harris con cui aveva fondato gli Iron Maiden – Credits Conquest Music (QNM)

La malattia e i problemi di salute

Gli ultimi anni sono stati durissimi per Paul Di’Anno soprattutto a causa di un linfedema, una degenerazione del sistema linfatico e che lo ha costretto a esibirsi su una sedia a rotelle. Nonostante ciò, Di’Anno non si è mai arreso e ha continuato a esibirsi, mostrando un’incredibile forza d’animo.

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Tra il 2023 e il 2024, ha tenuto oltre 100 concerti, dimostrando di essere ancora una forza della natura, malgrado le avversità fisiche. I fan, toccati dalla sua tenacia, si sono mobilitati organizzando raccolte fondi per consentirgli di sottoporsi a un intervento chirurgico alle gambe.

Anche in queste condizioni difficili, Paul Di’Anno ha sempre mostrato gratitudine verso i suoi sostenitori, che non lo hanno mai abbandonato. I suoi concerti degli ultimi anni, pur segnati dalle difficoltà fisiche, sono stati un tributo alla sua capacità di resistere e di continuare a lottare per la musica che amava.

L’eredità di Paul Di’Anno nel mondo del metal

Sebbene la sua carriera con gli Iron Maiden sia durata solo tre anni, il suo impatto è stato profondo e duraturo. Gli album Iron Maiden e Killers vengono considerati pietre miliari del metal e, ancora oggi, brani come Sanctuary, Prowler e Wrathchild vengono eseguiti dal gruppo nei loro concerti.

Reazioni nel mondo della musica e tributi

Alla notizia della sua morte, le reazioni non si sono fatte attendere. I membri degli Iron Maiden hanno espresso il loro cordoglio sui social media. Steve Harris, fondatore e bassista della band, ha scritto: “Paul è stato una parte importante della nostra storia, e oggi è un giorno molto triste per tutti noi”.

Bruce Dickinson, il cantante che lo ha sostituito negli Iron Maiden, e che lo stesso Di’Anno aveva consigliato – i due si stimavano ed erano molto amici – ha ricordato con affetto il suo contributo alla crescita della band: “Paul ha dato molto alla musica metal e ha aperto la strada per quello che siamo diventati”.

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Anche altri artisti della scena metal e rock hanno voluto rendere omaggio a Paul Di’Anno. Lars Ulrich, batterista dei Metallica, ha definito Di’Anno “una delle voci più selvagge e autentiche che il metal abbia mai avuto”. Ozzy Osbourne, icona del metal, da qualche ora indotto per la seconda volta nella Rock and Roll Hall Of Fame ha dichiarato… “Paul era una vera leggenda. Ha contribuito a plasmare il metal come lo conosciamo oggi”.

La voce dei fan

I fan che affettuosamente si sono sempre autodefiniti “La Legione di Paul”, hanno riempito i social media di messaggi di tributo, condividendo ricordi dei concerti e delle interviste in cui Di’Anno dimostrava la sua schiettezza e il suo spirito libero e travolgente.

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