La serie TV Avetrana – Qui non è Hollywood che avrebbe dovuto raccontare l’omicidio di Sarah Scazzi, è stata sospesa dal Tribunale di Taranto dopo un esposto presentato dal sindaco della cittadina pugliese
Avetrana – Qui non è Hollywood non andrà in onda. Per lo meno per ora. Sospensione a tempo indeterminato della serie TV in programma da giovedì 25 ottobre su Disney+ per decisione del tribunale di Taranto.
I giudici hanno accolto la richiesta del sindaco di Avetrana Antonio Iazzi che aveva definito lesiva dell’immagine e della reputazione della cittadina il contenuto della serie televisiva.
La decisione da parte del tribunale segna un nuovo capitolo nella controversia legata alla rappresentazione televisiva di uno dei casi di cronaca più drammatici della storia recente del nostro paese.
La richiesta di sospensione della serie è partita dal sindaco Iazzi, che aveva depositato un ricorso d’urgenza presso il tribunale di Taranto chiedendo la sospensione della programmazione della fiction.
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Secondo quanto riportato, il primo cittadino aveva chiesto di poter visionare preventivamente la fiction per verificare se questa possa danneggiare la reputazione del comune, rappresentandolo come un luogo colmo di ignoranza, retrogrado e omertoso…
Antonio Iazzi ha ribadito una volta di più che Avetrana è il luogo di fatti drammatici. Ma il paese non può essere considerato responsabile o peggio ancora complice di quanto accaduto: “Si tratta di una distorsione in netta contraddizione con la realtà dei fatti. La nostra preoccupazione principale riguarda l’associazione del nome di Avetrana a un adattamento cinematografico che potrebbe accentuare pregiudizi negativi sulla cittadina, già duramente colpita dall’omicidio di Sarah Scazzi e dal successivo clamore mediatico. La nostra comunità è rimasta sconvolta da quanto accaduto e ancora oggi paga un prezzo altissimo ogni volta che questa vicenda torna al centro dell’attenzione generale….”
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All’epoca per la verità l’amministrazione comunale di Avetrana si era anche costituita parte civile nel processo penale che aveva coinvolto Michele Misseri, la moglie Cosima Serrano e la figlia, Sabrina Misseri, i principali protagonisti e imputati del tragico evento.
Il giudice del Tribunale di Taranto, Antonio Attanasio, ha accolto il ricorso del sindaco Iazzi, stabilendo la sospensione cautelare della messa in onda della serie TV.
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La decisione è arrivata dopo una valutazione delle possibili ripercussioni della serie sulla reputazione della cittadina pugliese. Inoltre, è stata fissata un’udienza per il 5 novembre, durante la quale le parti coinvolte avranno l’opportunità di confrontarsi. Fino a quel momento, la serie resterà sospesa, e Disney+ dovrà aspettare prima di poterla programmare. Il tutto nonostante la rete abbia già ampiamente dato risalto sia on line che in Tv con tutta una serie di promo alla messa in onda del programma.
Il caso ovviamente fa discutere nel nostro paese. Ma questa sospensione non è un caso isolato nel mondo della televisione, dove spesso i racconti di cronaca nera sono oggetto di dibattito pubblico e legale.
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Quando si parla di eventi tragici, soprattutto così recenti e dolorosi come l’omicidio di Sarah Scazzi, il confine tra narrazione cinematografica e rispetto per le persone coinvolte e le comunità locali può essere sottile. Un genere ispirato a fatti di cronaca nera che si definisce generalmente “crime drama” o “true crime che in Italia ha avuto molto risalto e un ottimo riscontro da parte del pubblico.
Sarah Scazzi, una quindicenne originaria di Avetrana, scomparve il 26 agosto 2010. Il caso attirò immediatamente l’attenzione mediatica, trasformandosi in uno degli episodi di cronaca nera più seguiti nel Paese. Solo dopo diverse settimane di ricerche inutili, il 6 ottobre 2010, Michele Misseri, lo zio della ragazza, confessò di aver ucciso Sarah e di averne occultato il cadavere.
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Successivamente, la verità emersa durante il processo rivelò una trama ancor più sconvolgente: l’omicidio era stato orchestrato da Cosima Serrano, la zia di Sarah, e Sabrina Misseri, la cugina. Alla base dell’omicidio una vicenda di gelosia per una simpatia tra Sarah e un giovane del quale Sabrina si era invaghita.
Nel 2017, Cosima Serrano e Sabrina Misseri furono condannate all’ergastolo in terzo grado e dunque in via definitiva per l’omicidio di Sarah. Michele Misseri, invece, fu condannato per il concorso in soppressione di cadavere, avendo scontato otto anni di carcere.
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A febbraio 2024, Michele è stato rilasciato e ha ripreso la sua vita ad Avetrana, riaccendendo inevitabilmente l’attenzione sulla famiglia Misseri e su quella tragica vicenda. Da qualche tempo Misseri, le cui testimonianze molto spesso estremamente discordanti hanno sempre fatto discutere, è tornato a parlare del caso e delle sue responsabilità
La comunità di Avetrana è rimasta profondamente segnata dall’omicidio di Sarah Scazzi e dalla lunga e dolorosa esposizione mediatica che ne è seguita. Fin dall’inizio, il paese è catapultato sotto i riflettori, con una copertura mediatica costante che ha contribuito a costruire una narrazione spesso lontana dalla realtà. Il sindaco e molti abitanti temono che la serie Avetrana – Qui non è Hollywood possa riaprire vecchie ferite e rafforzare stereotipi negativi sulla cittadina.
Sui social, molte persone di Avetrana hanno espresso il loro sostegno alla decisione del tribunale. Commenti come “Vergognoso, oltraggioso e disdicevole mettere il nome di Avetrana nel titolo” riflettono il sentimento diffuso di protezione verso l’immagine del paese.
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Tuttavia, non mancano voci dissenzienti, con alcuni abitanti che sostengono che la fiction, seppur dolorosa, potrebbe rappresentare un’occasione per affrontare apertamente il dramma, come evidenziato da un cittadino: “Almeno se ne parla, visto l’omertà che gira da anni in paese riguardo a questa faccenda.”
La sospensione della serie su Avetrana solleva poi interrogativi più ampi sulla rappresentazione mediatica dei crimini reali. La crescente popolarità delle produzioni televisive e cinematografiche basate su casi di cronaca nera, come dimostrato da titoli di successo come Making a Murderer pone una questione etica importante: fino a che punto è giusto utilizzare tragedie reali come intrattenimento?
Con l’udienza fissata per il 5 novembre, il destino della serie rimane per ora incerto. Disney+, che si è mostrata aperta al dialogo con le autorità locali, potrebbe decidere di apportare modifiche alla produzione o al titolo per evitare ulteriori polemiche. Tuttavia, rimane da vedere se queste modifiche saranno sufficienti a placare le preoccupazioni del sindaco e dei cittadini di Avetrana.
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