La controversa scena nel Colosseo nel secondo capitolo de Il Gladiatore, difesa a spada tratta dal regista del film, Ridley Scott.
Ridley Scott, il visionario regista dietro al successo mondiale del Gladiatore, torna a far parlare di sé con il sequel del film che ha conquistato l’Oscar nel 2000. In un’epoca in cui l’accuratezza storica nei film viene spesso messa sotto la lente d’ingrandimento, Scott si trova a difendere una delle scelte più audaci e discusse del Gladiatore II: l’inclusione di una scena che vede degli squali combattere nel Colosseo allagato. Durante un’intervista rilasciata a Collider, il regista ha espresso un’appassionata difesa della sua decisione, innescando così un dibattito sulla fusione tra realtà storica e fantasia cinematografica.
Il sequel si concentra sulla figura di Lucius (interpretato da Paul Mescal), personaggio ispirato alla resilienza e al coraggio di Maximus, protagonista del primo film. La trama si snoda attraverso le vicissitudini di Lucius nell’antica Roma, costretto a diventare schiavo dall’esercito invasore guidato dal generale Marcus Aracius (Pedro Pascal). La discussione sull’accuratezza storica emerge prepotentemente quando si parla della già citata scena degli squali. Interrogato su questo punto specifico, Scott risponde con fermezza: “Ti sbagli completamente“. Prosegue poi illustrando come il Colosseo fosse effettivamente in grado di ospitare battaglie navali grazie all’allagamento dell’arena – le cosiddette naumachie – e come catturare alcuni squali non dovesse rappresentare un problema insormontabile per gli ingegnosi romani.
Tecnologia romana e teatralità cinematografica: Scott è sicuro dell’accuratezza
Scott approfondisce la questione evidenziando le capacità ingegneristiche dei Romani, capaci di realizzazioni architettoniche strabilianti per l’epoca. “Erano tecnologicamente superiori“, afferma Scott durante l’intervista con Collider. Questa osservazione serve da ponte per giustificare la plausibilità della scena contestata e per ribadire come gli antichi Romani fossero avanti anni luce in termini tecnologici rispetto alle civiltà coeve.
La discussione tra lo stesso Ridley Scott e Paul Mescal mette in evidenza non solo la dimensione spettacolare dell’inclusione degli squali ma anche la volontà del regista di sfidare le aspettative del pubblico combinando elementi storici con spunti narrativi audaci.
Con Il Gladiatore II Ridley Scott sembra voler riaffermare la propria visione artistica che non teme confrontarsi con i puristi della storia. Attraverso questa nuova opera cinematografica intende offrire allo spettatore uno spaccato dell’antichità romana filtrato attraverso lo spirito epico che ha caratterizzato gran parte della sua filmografia. L’introduzione degli squali nelle naumachie ricreate nel Colosseo funge da metafora dell’approccio creativo dello stesso regista: osare oltre i confini convenzionalmente accettati tra realtà storica ed espressione artistica.
Sebbene Il Gladiatore II prometta momenti di grande impatto visivo ed emotivo grazie anche alla controversa scena degli squali nel Colosseo allagato, ciò che emerge è soprattutto la passione indomita di Ridley Scott per una narrazione che sa essere allo stesso tempo fedele alla storia e profondamente innovativa.