Dalle spiagge alla laguna: la storia di Bilica, diventato famoso per un rigore parato (e no, Bilica non era un portiere).
Fabio Alves da Silva, meglio conosciuto come Bilica, è un nome che risuona tra gli appassionati di calcio, in particolare per coloro che seguono il campionato italiano (specialmente nei decenni passati). Originario di Campina Grande, nel Paraíba, Bilica ha dato inizio alla sua carriera sulle spiagge della sua città, dimostrando fin da subito una determinazione e un’abilità che non sono passate inosservate agli occhi dei talent scout, sia brasiliani che internazionali. La sua carriera ha visto una svolta quando, a soli 19 anni, è stato acquistato dal Venezia, segnando l’inizio di un’avventura italiana con alcuni momenti indimenticabili.
Uno dei momenti più emblematici della carriera di Bilica in Italia è stato senza dubbio il rigore parato ad Andriy Shevchenko, stella del Milan. Questa impresa ha segnato profondamente la sua permanenza nel campionato italiano, sotto la guida di Walter Novellino a Venezia. Oltre a questo episodio sportivamente significativo, Bilica ha lasciato il segno anche per l’esultanza con il connazionale Tuta dopo un gol decisivo contro il Bari, in una partita che ha suscitato non poche controversie.
Nonostante le glorie sportive e le 16 presenze nella nazionale olimpica brasiliana ai giochi di Sidney 2000, al fianco di campioni come Ronaldinho e Alex, la vita di Bilica fuori dal campo non è stata priva di ombre. Dopo aver lasciato Venezia per unirsi a squadre come Palermo, Brescia e Ancona, Bilica ha iniziato a incontrare seri problemi giudiziari, che hanno avuto un impatto significativo sulla sua carriera e sulla sua vita personale, tra cui arresti per corruzione di minore e accuse di stupro.
In cerca di redenzione e di una nuova stabilità, Bilica ha viaggiato in diversi paesi, dal Brasile alla Germania, fino alla Turchia, dove ha vissuto momenti di soddisfazione professionale, vincendo campionati nazionali con il Fenerbahce. Nonostante un’apparente stabilizzazione, sia personale che professionale, negli ultimi anni della sua carriera, Bilica è recentemente tornato agli onori delle cronache per questioni extracalcistiche, trovandosi nuovamente detenuto a causa del mancato pagamento degli alimenti alle sue figlie.
La vicenda di Fabio Alves da Silva, Bilica, è emblematica delle sfide che alcuni atleti possono incontrare nel gestire la fama e le risorse ottenute grazie al loro talento, offrendo una prospettiva umana e complessa che va ben oltre i successi e le sconfitte sul campo da calcio.
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