Sta tornando la malaria? Preoccupazione per quanto accaduto da poco in Veneto. Come riconoscere il paludismo.
In un recente comunicato, la Direzione Prevenzione della Regione Veneto ha annunciato un caso di malaria autoctona diagnosticato dall’Azienda ospedaliera di Verona in una persona senza storia di viaggi recenti in Paesi endemici. Questo evento ha sollevato preoccupazioni sulla possibile ricomparsa della malattia in aree precedentemente considerate libere dal rischio.
La malaria, nota anche come paludismo, è una malattia infettiva causata da parassiti protozoi del genere Plasmodium. La trasmissione avviene attraverso la puntura di zanzare infette del genere Anopheles. Questi insetti vettori possono trasmettere l’infezione da un individuo malato a uno sano. Nonostante sia stata eradicata ufficialmente in Italia negli anni ’70, casi importati sono ancora registrati a causa dei viaggi internazionali e dei flussi migratori.
Quattro tipi di plasmodi provocano la malaria nell’uomo: Plasmodium falciparum, P. vivax, P. malariae e P. ovale, veicolati dalle zanzare Anopheles infette. La presenza d’acqua è cruciale per la riproduzione delle zanzare vettrici; pertanto, l’ecologia della malattia è strettamente legata a fattori ambientali come piovosità e temperatura.
La principale via di trasmissione della malaria è mediante puntura delle zanzare femmine Anopheles infette che trasferiscono i parassiti da uomo a uomo. Tuttavia, esistono altre modalità meno comuni quali la trasfusione di sangue contenente plasmodi o tramite esposizione al sangue infetto durante il parto o condividendo gli aghi usati per iniettare farmaci.
Il periodo d’incubazione varia a seconda del tipo di plasmodio coinvolto nell’infezione ma generalmente oscilla tra 7 e 30 giorni dopo l’esposizione al parassita.
I sintomi della malaria sono variabili ma includono comunemente febbre periodica accompagnata da brividi intensi, sudorazione profusa, dolore muscolare o articolare, nausea e vomito. In casi gravi possono verificarsi ittero e grave piastrinopenia.
Dopo essere stati trasmessi all’uomo dalla puntura di una zanzara infetta, i parassiti si moltiplicano nelle cellule del fegato prima di invadere i globuli rossi dove continuano il loro ciclo vitale causando danneggiamento cellulare ed episodi febbrili ciclici caratteristici della malattia.
L’allarme lanciato dalla Regione Veneto segnala l’importanza delle misure preventive contro le zanzare anche in aree non tradizionalmente associate alla presenza del vettore della malaria. La sorveglianza sanitaria attiva insieme alle campagne informative rappresenta strumenti fondamentali nella prevenzione dell’estensione geografica del paludismo.
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