La decisione della DNCG è clamorosa: se i conti del Lione non dovessero migliorare, si aprirebbero le porte della Ligue 2.
La giornata che ha segnato un punto di svolta per il futuro del Lione è stata caratterizzata da una decisione senza precedenti da parte della Direction Nationale du Contrôle de Gestion (DNCG), l’organismo preposto al controllo della stabilità finanziaria dei club professionistici francesi. Dopo un incontro con John Textor, presidente del Lione, che aveva mostrato un cauto ottimismo, la serata ha portato con sé una notizia inaspettata e drastica: il blocco delle operazioni di mercato in entrata per il club, l’imposizione di un controllo sul tetto salariale e, più gravemente, la retrocessione in Ligue 2 al termine della stagione se la situazione economica non dovesse migliorare.
Il cuore del problema risiede nel pesante fardello finanziario che grava sulle spalle del Lione: un debito dichiarato di 505,1 milioni di euro. Una cifra astronomica che mette a dura prova la gestibilità economica del club e ne minaccia seriamente la permanenza nelle competizioni di élite. Nonostante gli sforzi profusi nella riduzione del debito e le strategie messe in campo per riequilibrare i conti, le misure adottate finora sembrano non essere state sufficienti agli occhi della DNCG.
Un’estate all’insegna degli investimenti (spesi ben 150 milioni!)
Prima dell’annuncio shock, l’estate aveva visto il Lione impegnarsi in una campagna acquisti ambiziosa per un totale di 150 milioni di euro. Tra i colpi più significativi figuravano Niakhaté (32 milioni) e Nuamah (28,5 milioni), due acquisti destinati a rafforzare significativamente la rosa a disposizione dell’allenatore Pierre Sage. Questa strategia aggressiva sul mercato aveva alimentato speranze e aspettative tra i tifosi e gli osservatori sportivi.
Nonostante le turbolenze finanziarie, sul campo il Lione ha dimostrato carattere e competitività. Attualmente quinta in classifica nella Ligue 1 con undici punti di distacco dal Paris Saint-Germain capolista e con una campagna europea ancora aperta grazie ai sette punti conquistati nelle prime quattro partite dell’Europa League. Tuttavia, questi risultati positivi potrebbero non bastare a salvaguardare il futuro sportivo ed economico del club alla luce delle recenti decisioni.
Di fronte a questa situazione critica, il cammino verso un recupero economico appare impervio ma non impossibile. La dirigenza dovrà lavorare senza sosta per implementare strategie efficaci volte alla riduzione del debito senza compromettere ulteriormente le prestazioni sportive. Sarà fondamentale trovare soluzioni innovative per generare entrate aggiuntive pur mantenendo sotto controllo le spese operative.