Nel corso di una riunione di emergenza, Comune di Milano, Prefettura e il ministro Piantedosi parlano del clima di grande tensione che si è verificato nella zona di Corvetto in questi ultimi giorni, in città arriveranno 600 agenti
Milano, il quartiere Corvetto torna al centro dell’attenzione dopo gli scontri e i disordini scoppiati negli ultimi giorni.
La morte di Ramy Elmagl, il 19enne di origine egiziana rimasto ucciso in un incidente stradale dopo aver forzato un controllo dei Carabinieri, è stata solo l’innesco ha fatto divampare una tensione che covava da tempo in città.
Milano, Piantedosi in città dopo gli scontri a Corvetto
Gli episodi di violenza e di intolleranza sono stati diversi e hanno visto il coinvolgimento di numerose fazioni, con atti vandalici e scontri furiosi con le forze dell’ordine, mettendo in luce fragilità sociali e tensioni latenti nel quartiere.
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Al centro del dibattito si è inserito anche il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha partecipato al Comitato provinciale sulla sicurezza, sottolineando l’importanza di affrontare i segnali di disagio senza etichettare Milano come una città in emergenza: “Non si può dire che Milano sia fuori controllo, ma nessun segnale va sottovalutato” ha dichiarato Piantedosi al termine dell’incontro in Prefettura.
Tensioni crescenti
La morte di Ramy Elmagl aveva scatenato una prima manifestazione che si era conclusa con scontri tra residenti e manifestanti. Un SUV nel tentativo di forzare un picchetto di alcuni giovanissimi ha investito due persone finite in ospedale… Gli stessi occupanti del mezzo sono stati costretti alle cure del pronto soccorso in un clima di tensione notevole.
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Ma gli incidenti più gravi sono nati due giorni dopo quando una manifestazione spontanea è culminata con incendi e danneggiamenti. L’impressione è che la protesta sia in qualche modo stata sfruttata da gruppi interessati a creare un clima insopportabile in tutta la zona. A questo si aggiunge la preoccupazione dei residenti che parlano apertamente di “situazione insostenibile”.
Dichiarazioni di Piantedosi: fermezza e nuove strategie
Piantedosi ha ribadito la necessità di inquadrare correttamente la situazione, prendendo le distanze dai paragoni con le banlieue parigine: “È molto esagerato assimilare quello che è successo a contesti come le banlieue di Parigi – ha affermato il ministro – tuttavia va riconosciuto che gli eventi di Corvetto rappresentano segnali importanti da tenere sotto controllo. Milano non è una città fuori controllo, né tantomeno una città non presidiata. Ci sono delle sacche di disagio che vanno individuate. Le istituzioni sono qui per dare risposte. Ci sono criticità, ma non si tratta di episodi irrisolvibili”.
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Il riferimento di Piantedosi alle banlieu è emblematico. Parigi da anni è al centro di fortissime tensioni sociali nei quartieri più popolari che spesso nascono anche da fenomeni legali all’immigrazione, in gran parte clandestina, e all’abusivismo. Certo è che immagini come quelle degli scontri di Corvetto sono qualcosa di assolutamente inedito per una città come Milano.
Milano e Corvetto: “Criminalità da arginare”
Il Ministro ha anche confermato l’arrivo di 600 nuovi agenti a partire da gennaio, destinati a rafforzare le operazioni sul territorio. Piantdosi ha anche sottolineato alcuni risultati già ottenuti nel quartiere. In città: “Al Corvetto, nel corso dell’anno, sono stati effettuati più di 40 servizi ad alto impatto e sono stati effettuati 162 arresti. Si tratta di un quartiere, va detto, al centro di una intensissima attività di microcriminalità che in qualche caso deve essere arginata”.
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Spesso i residenti avevano parlato di tensioni con numerose bande dedite allo spaccio, così come a furti, rapine e taccheggio: “Chi immagina che l’integrazione passi semplicemente attraverso il rilascio di un permesso di soggiorno sbaglia. Non basta rilasciare titoli di soggiorno e lavarci la coscienza pensando che abbiamo fatto il nostro dovere. Serve un approccio più sistematico, in cui l’integrazione passi attraverso un processo comune concreto e duraturo nel lungo periodo”.
Milano e Corvetto, parla il sindaco Sala
Anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha preso parte al vertice in Prefettura, ribadendo il bisogno di affrontare con equilibrio le problematiche del quartiere. Sala ha confermato di voler incontrare la famiglia di Ramy: “Li incontrerò perché è giusto e perché ho molto apprezzato le parole del padre del giovane, che si è dissociato dalle violenze cercando dialogo e distensione. Dobbiamo capire quello che è successo. Le risposte a quanto accaduto non premono solo alla famiglia di un giovane che è comunque morto tragicamente. Ma soprattutto alle istituzioni”.
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A margine dell’incontro con i giornalisti che ha chiuso il vertice, il sindaco Sala ha precisato altri punti: “Non mi spingo a dire che Milano sia una città sicura e senza problemi, ma non serve a nulla continuare a crocifiggere questa città. Questi disordini sono un fenomeno complesso, non legato esclusivamente al quartiere Corvetto. Tutti hanno visto non che l’occasione è stata colta da frange che avevano a cuore sfruttare questa occasione per creare disordine”.
Le reazioni della comunità locale e delle istituzioni
I residenti del quartiere Corvetto, così come le associazioni civiche, hanno manifestato una notevole preoccupazione per il clima di crescente tensione nel quartiere. Se da un lato c’è chi chiede un intervento deciso da parte delle autorità, dall’altro emergono anche richieste di misure strutturali, come il rafforzamento di progetti sociali e culturali volti a coinvolgere i giovani.
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I portavoce di numerose associazioni hanno comunque espresso apprezzamento per l’annuncio dell’arrivo di nuovi agenti, considerandolo un primo passo verso il miglioramento delle condizioni di sicurezza. Tuttavia, hanno anche sottolineato che la vera sfida sarà quella di ripristinare un dialogo costruttivo tra le comunità locali e le istituzioni.
Il confronto con le banlieue: un parallelo da evitare?
Il dibattito mediatico ha spesso accostato i recenti disordini di Milano a quelli delle banlieue francesi, sta per altro alimentando polemiche. Sia Piantedosi che Sala hanno invitato a evitare paragoni fuorvianti, pur riconoscendo l’urgenza di affrontare le problematiche emerse: “Non va bene parlare di banlieue, ma non va bene neanche chiudere gli occhi e far finta che vada tutto bene – ha concluso il sindaco di Milano Beppe Sala – credo che in questo momento, e su questo sono assolutamente d’accordo con il ministro Piantedosi, l’importanza di mantenere un approccio bilanciato”.
Milano e Corvetto: l’arrivo di 600 nuovi agenti
L’impegno annunciato da Piantedosi di inviare 600 nuovi agenti rappresenta una misura concreta per rispondere alle esigenze di sicurezza di Milano. Questa decisione sarà affiancata da un aumento dei controlli e da un potenziamento dei servizi di prevenzione sul territorio, soprattutto nei quartieri più sensibili.
Il piano prevede inoltre un maggiore coordinamento tra le forze dell’ordine e le istituzioni locali, con l’obiettivo di consolidare una rete di sicurezza più efficace.
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“Sono segnali che vanno tenuti in considerazione, non sono stati sottovalutati e non verranno sottovalutati”, ha ribadito il Ministro.
Un banco di prova per il futuro
Gli eventi di Corvetto hanno posto Milano al centro di un dibattito nazionale sulle sfide nelle grandi metropoli contemporanee. Il quartiere, già protagonista di progetti di rigenerazione urbana non sempre e non del tutto riusciti, potrebbe adesso anche trasformarsi in un modello di sviluppo sostenibile. Nel frattempo, nonostante un clima ancora incerto, le ultime serate sono state più tranquilli. Il quartiere ha ospitato altre manifestazioni, proprio ieri c’è stata una fiaccolata per le vite del Corvetto, che fortunatamente non ha scatenato altri episodi di violenza e di intolleranza.