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Sciopero Generale | Incidenti a Torino, i dati sull’adesione

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Stefano Benzi

Secondo le fonti sindacali lo sciopero generale di oggi avrebbe registrato un’adesione superiore al 70%, manifestazioni in tutta Italia con momenti di forte tensione caratterizzati da violenti scontri soprattutto a Torino

Una giornata di proteste e cortei, di cori e di slogan, di dichiarazioni e rivendicazioni. Ma anche di gravi incidenti che sono scoppiati in modo particolare a Torino con conseguenze piuttosto serie sotto l’aspetto dell’ordine pubblico.

Tafferugli tra Polizia e attivisti pro Palestina all’esterno della stazione di Porta Nuova a Torino – Credits ANSA (QNM)

L’agitazione ha coinvolto settori chiave come trasporti pubblici, sanità, scuola e pubblica amministrazione, lasciando quasi deserte molte sedi lavorative e paralizzando alcune delle principali città italiane.

Sciopero generale, adesione importante

In tutto le città che hanno ospitato manifestazioni e cortei sono state 43 tra le quali tutti i principali capoluoghi con folla decisamente imponente nelle manifestazioni organizzate di Roma, Milano, Bologna e Napoli.

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Secondo i sindacati l’adesione sarebbe stata del 70%, ma in alcune città l’astensione dal lavoro nei settori pubblico e privato sarebbe stata addirittura maggiore. In tutto almeno mezzo milione di persone sarebbe sceso in piazza partecipando a cortei e manifestazioni di protesta.

Sciopero generale, tensione a Torino

A Torino, lo sciopero generale organizzato da CGIL e UIL ha portato disagi e tensioni. Le proteste contro la manovra economica del governo sono sfociate in scontri tra manifestanti e forze dell’ordine nel centro cittadino. Il corteo, partito pacificamente, ha visto momenti di violenza nei pressi di Piazza Castello, dove alcuni manifestanti appartenenti a gruppi studenteschi antagonisti, hanno lanciato uova e petardi alle forze di polizia dando vita a scontri molto violenti.

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Ci sono stati dei fermi e diverse persone, in particolare sei agenti delle forze dell’ordine, hanno dovuto fare ricorso alle cure del pronto soccorso. Sei le persone ferite giudicate guaribili in alcuni giorni.

Assalto alla stazione

Il momento di maggiore tensione si è avuto quando i manifestanti si sono dispersi abbandonando il corteo per recarsi verso la stazione di Porta Nuova nel tentativo di occuparla. Quello dei treni era uno dei pochi comparti non interessati dall’agitazione perché i lavoratori del settore ferroviario avevano già scioperato la settimana scorsa e oggi le sigle sindacali di categoria non avevano aderito all’agitazione.

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Ci sono stati scontri particolarmente violenti. Gli studenti al grido di Intifada sventolando bandiere palestinesi, hanno brevemente occupato i binari dell’alta velocità per poi recarsi verso la stazione di Porta Susa, tentando una seconda occupazione. La situazione è tornata alla normalità solo nel tardo pomeriggio quando i gruppi di manifestanti a poco a poco si sono dispersi.

Conseguenze e reazioni: danni e preoccupazioni

Gli scontri hanno lasciato dietro di sé danni materiali, con vetrine infrante e cassonetti incendiati. Molti i negozianti che hanno deciso di non aprire, anche di più quelli che al primo contatto tra manifestanti e forze dell’ordine hanno chiuso le saracinesche.

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Qualche momento di tensione si è registrato anche nei servizi pubblici, dove lo sciopero ha avuto un forte impatto sul trasporto locale e su altri settori strategici come sanità e scuola. Le istituzioni cittadine hanno espresso preoccupazione per le ripercussioni economiche e sociali degli incidenti. Il sindaco di Torino ha invitato i cittadini alla calma, definendo inaccettabili gli eoisodi di violenza avvenuti in città.

Un momento della manifestazione indetta dai Cobas – Credits ANSA (QNM)

Salvini ed Elly Schlein: reazioni politiche

Gli eventi di Torino hanno innescato un acceso dibattito politico. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha commentato gli scontri con parole molto dure: “Le violenze non sono mai giustificabili. Chi vuole far valere i propri diritti lo faccia nel rispetto della legge, non devastando città e mettendo a rischio la sicurezza di tutti. Il diritto allo sciopero è sacrosanto, almeno quanto quello di chi non ritiene di dovere protestare né scioperare. Chi attacca gli agenti merita la galera...”

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Dall’altra parte, la segretaria del PD, Elly Schlein, che era alla manifestazione di Roma, ha sottolineato il bisogno di ascoltare le ragioni di chi protesta, dichiarando: “Le tensioni di oggi dimostrano quanto sia urgente un dialogo con le parti sociali per trovare soluzioni condivise. La risposta non può essere solo repressione”.

Impatto sulle mobilitazioni nazionali

Gli incidenti di Torino rappresentano solo una delle tante manifestazioni organizzate in tutta Italia nell’ambito dello sciopero generale. Tuttavia, la loro intensità rischia di oscurare le motivazioni alla base delle proteste, focalizzando l’attenzione su questioni di sicurezza pubblica e ordine sociale.

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La Commissione di Garanzia sugli Scioperi aveva già sollecitato una riduzione delle ore di protesta, che poi sono state applicate sulla base di una precettazione firmata da Salvini, ma le tensioni di oggi mostrano che il malcontento rimane elevato in diversi settori della popolazione.

I settori coinvolti

Lo sciopero ha avuto un forte impatto soprattutto sul trasporto pubblico locale, con bus, tram e metropolitane funzionanti solo durante le fasce di garanzia e in modo non uniforme e intermittente. Meno coinvolti, invece, i treni poiché – come detto – l’agitazione non interessava direttamente il personale ferroviario. Tuttavia, ritardi e cancellazioni sono stati registrati in stazioni strategiche come Milano Centrale e Napoli Piazza Garibaldi, causando disagi per pendolari e turisti.

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Nel settore aereo, numerosi voli sono stati cancellati o riprogrammati: una cinquantina quelli di ITA che non sono partiti. In tutto i voli non decollati sono stati circa 150. Anche i trasporti marittimi hanno subito rallentamenti significativi. Anche scuole e uffici pubblici hanno registrato una partecipazione elevata allo sciopero, con molti lavoratori che hanno aderito alle manifestazioni locali. Moltissimi i rappresentanti degli studenti che hanno deciso di scendere in piazza e disertare le lezioni non solo nelle università ma anche nelle scuole superiori.

Il corteo dei lavoratori arriva in piazza Castello a Torino – Credits ANSA (QNM)

Le rivendicazioni sindacali

Le motivazioni dello sciopero sono legate principalmente alla protesta contro le politiche economiche e sociali del governo, ritenute insufficienti a tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori e a combattere la crescente precarietà occupazionale. I segretari generali di CGIL e UIL, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, hanno sottolineato l’importanza di un cambiamento strutturale che ponga al centro salari dignitosi, investimenti pubblici e tutele per le categorie più vulnerabili.

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Le dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che aveva minacciato misure di precettazione, hanno ulteriormente acceso il dibattito. “Il diritto di sciopero è inviolabile – ha affermato Landinisoprattutto quando tutto come qui ha assunto criteri di legalità e la massima trasparenza delle procedure adottate per l’agitazione. Ma questo sciopero generale non è l’ultimo atto di una protesta a una Finanziaria. Se mai è il primo passo verso una maggiore consapevolezza di una classe di lavoratori che a questo governo non vuole delegare assolutamente nulla perché da Meloni e i suoi ministri non si sente minimamente rappresentata”.

Piazze piene e critiche al governo

A Milano si calcola un’adesione del 50% con una grande manifestazione in centro che secondo i sindacati ha coinvolto almeno 15mila persone. Qui però il corteo si è svolto senza incidenti. Chiusa per tutta la metropolitana la M3.

Folle imponenti anche a Roma dove il corteo diviso in due: circa 3mila persone nella manifestazione indetta dai sindacati unitari, un migliaio per il corteo alternativo dei Cobas.

Il corteo probabilmente più importante – si parla di almeno 50mila persone – si è tenuto a Bologna. Altre 25mila i presenti alla manifestazione di Genova. Questo sciopero, con la sua ampia adesione e partecipazione popolare, ha mandato un messaggio chiaro: la necessità di un cambiamento strutturale non può più essere ignorata.

Stefano Benzi

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