Si prevede un grande successo per la miniserie dedicata all’indimenticabile Ayrton Senna, tre volte campione del mondo di Formula 1, personaggio ancora oggi amatissimo soprattutto nel nostro paese
Da oggi è disponibile su Netflix Senna, la miniserie dedicata alla vita e alla carriera di Ayrton Senna da Silva, icona della Formula 1, tre volte campione del mondo.
La serie, composta da sei episodi, ripercorre tutte le tappe più significative del grande pilota brasiliano, dal suo debutto nel mondo delle monoposto nel 1981 fino al tragico incidente del Gran Premio di San Marino nel 1994. Un episodio ancora oggi considerato uno dei più drammatici in assoluto nello sport dei motori.
Senna, il biopic su Netflix
Scritta e diretta da Vicente Amorim, regista televisivo e cinematografico grande fan di Ayrton Senna, la serie viene già considerata una delle superfavorite per la stagione dei premi dei premi dedicati alle grandi fiction internazionali. Una produzione estremamente ricca e impegnativa annunciata da Netflix nel 2020 e realizzata nel corso di quasi tre anni di lavoro sul set.
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La fiction ha direttamente coinvolto anche la famiglia del grande pilota scomparso. A sorvegliare sugli script, sul girato e sul montaggio Viviane Senna, la sorella del grande campione di automobilismo che presiede la fondazione dedicata ad Ayrton, attivissima nel campo del sociale fin dai giorni immediatamente successivi alla sua tragica scomparsa a Imola.
Ayrton Senna, l’interprete della fiction
Interpretato da Gabriel Leone, Senna viene presentato non solo come un omaggio al fuoriclasse in pista, ma anche come la delicata e dettagliata ricostruzione del carattere di uomo complesso, immerso in rivalità leggendarie, come quella con Alain Prost, na anche relazioni personali intense e complicate come quella con l’attrice brasiliana Xuxa Meneghel che nella fictionsarà interpretata da Pamela Tomé.
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La sceneggiatura della serie include tutti momenti indimenticabili della carriera di Senna: il suo esordio nel mondo dei kart, il debutto in Formula 1 con la Toleman, il passaggio alla McLaren e le prime vittorie fino al trionfo nel mondiale piloti. Tra i momenti più straordinari la vittoria nel Gran Premio del Brasile del 1991, conquistata nonostante gravi problemi al cambio, e i duelli epici con Prost che hanno segnato la storia della Formula 1.
Gli altri protagonisti
In realtà la serie fa luce anche su altri aspetti della vita e della carriera di Senna. La sua dedizione e meticolosità nel preparare l’auto, la sua introspezione che lo aveva portato a un personale metodo di concentrazione cui si dedicava prima di ogni gran premio.
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Il cast che include Patrick Kennedy nei panni di Ron Dennis, il patron della McLaren che lo mise sotto contratto, e Matt Mella nei panni di Alain Prost. Tra i piloti dell’epoca che rivivono nelle interpretazioni degli attori scelti dalla produzione anche Niki Lauda (Johannes Heinrichs), Rubens Barrichello (Joao Maestri), Damon Hill (Gaston Frias) e l’italiano Riccardo Patrese (Felipe Prioli).
Una produzione internazionale
La miniserie girata in Sudamerica tra Angra Dos Reis, splendida località carioca sul mare, ma anche in Argentina, Uruguay e Sao Paulo dove Senna era nato nel 1960, e in Europa tra Gran Bretagna, Francia e Italia, la serie si distingue per una rigorosa ricostruzione di numerosi dettagli biografici e sportivi.
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Tra i ritratti più personali di Senna emerge un aspetto speciale, il suo profondo legame con il nostro paese dove era spesso ospite di amici per lunghe vacanze. Senna adorava il mare e trascorreva lunghe settimane nel nostro paese.
Così come molte delle sue imprese epiche avvennero su circuiti italiani. Il Gran Premio di Monza, tempio della velocità e simbolo della Formula 1, era uno dei suoi preferiti. Qui, Senna regalò emozioni uniche ai tifosi italiani, con gare indimenticabili che contribuirono a cementare il suo status di leggenda.
Le radici italiane di Ayrton Senna
Il rapporto davvero speciale di Ayrton Senna con il nostro paese era dettato soprattutto dalle sue origini. La sua bisnonna, Giovanna Magro era originaria di Siculiana in provincia di Agrigento, partita come molti altri connazionali per il Brasile insieme ai suoi fratelli. Era il 1894. Oggi Siculiana ospita uno dei molti musei dedicati ad Ayrton Senna e riconosciuti dalla sua fondazione.
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Una radice italiana che è sempre stata motivo di orgoglio per Senna, che amava l’Italia non solo per le sue radici familiari, ma anche per l’affetto dei tifosi e la cultura automobilistica che il nostro Paese ha sempre rappresentato.
Senna ha spesso confessato il suo amore per l’Italia, sentendosi accolto come uno di casa: “Se mi devo sentire a casa ho bisogno di magiare i tortellini” aveva dichiarato in una intervista del 1991
Ayrton Senna e la Ferrari
L’Italia rappresentava per lui una seconda casa, soprattutto grazie al suo rapporto con la Scuderia Ferrari, anche se non corse mai per il team di Maranello. Senna nutriva un profondo rispetto per la Ferrari e non nascondeva il sogno di gareggiare un giorno per il Cavallino Rampante, sebbene le circostanze della sua carriera lo portarono verso altre scuderie.
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I tifosi Ferrari all’epoca sognavano proprio una firma di Senna con le auto di Maranello che invece nel 1992, quando il brasiliano lasciò la McLaren dopo tre titoli consecutivi per approdare alla Williams, aveva messo sotto contratto Jean Alesi e Ivan Capelli, poi rimpiazzato da Nicola Larini nelle ultime due prove stagionali. Molti considerarono quella stagione una clamorosa occasione persa per la Ferrari, ma anche per Senna che non avrebbe mai corso sulla Rossa.
La carriera di Ayrton Senna
Ayrton Senna da Silva esordì con i kart a otto anni vincendo tutto per approdare in Formula 1 nel 1984 alla Toleman, mettendosi subito in luce per le sue straordinarie capacità, soprattutto sotto la pioggia. Fu nel 1985, con il passaggio alla Lotus, che conquistò la sua prima vittoria al Gran Premio del Portogallo, dimostrando di essere un pilota capace di competere con i migliori.
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Il periodo più glorioso della sua carriera arrivò con la McLaren, scuderia con cui vinse tre Campionati del Mondo (1988, 1990, 1991). All’epoca fu il pilota più giovane a vincere tre titoli, due dei quali consecutivi.
Il suo stile di guida aggressivo e il suo approccio meticoloso alle corse lo resero un avversario temibile e un idolo per milioni di tifosi.
Senna, il tragico incidente
Nonostante i suoi numerosi trionfi, Senna era noto anche per la sua umanità e spiritualità. Fu un campione capace di emozionare per il suo carisma, la passione e il coraggio in pista. Dedicò moltissimo della sua fortuna a opere benefiche costruendo scuole nelle favelas di San Paolo, creando borse di studio per i quartieri più poveri.
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Il 1° maggio 1994, durante il Gran Premio di San Marino a Imola, Senna perse la vita in un incidente fatale al settimo giro della corsa. Alla guida della Williams, la sua monoposto uscì di pista alla curva Tamburello, schiantandosi contro un muro di cemento. Nonostante i soccorsi immediati, Senna non sopravvisse, lasciando il mondo della Formula 1 e i suoi fan in lutto.
Una morte che insegnò molto
L’incidente mortale di Ayrton Senna fu un evento sconvolgente che spinse la Formula 1 a rivedere profondamente le misure di sicurezza nei circuiti e nelle monoposto. La sua morte segnò la fine di un’era dando un contributo fondamentale nel campo della sicurezza a bordo delle monoposto, furono cambiati i sistemi di ancoraggio delle cinture, e a bordo pista dove sparirono tutte quelle strutture destinate a essere un pericolo a qualsiasi uscita di strada.
Trent’anni dopo
A distanza di trent’anni dalla sua morte la Fundação Ayrton Senna continua il suo sforzo per migliorare l’educazione e le opportunità per i bambini brasiliani in difficoltà, riflettendo quei valori che Senna incarnava e promuoveva.
Anche in Italia il ricordo di Ayrton è vivido. Monumenti, eventi e omaggi sono stati dedicati al campione, come la statua posta nei pressi del circuito di Imola a poca distanza dal luogo della sua tragica morte.