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La crisi in Siria e Libano | Cosa sta succedendo

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Stefano Benzi

La Siria e il Libano sono di nuovo al centro delle cronache internazionali a causa di una crisi politica e umanitaria che sta destabilizzando l’intera regione del Medio Oriente

La guerra civile siriana, scoppiata nel 2011 e mai del tutto conclusa, ha vissuto negli ultimi mesi una pericolosa recrudescenza.

Uno dei ribelli in lotta con il governo di Damasco – Credits ANSA (QNM)

Dopo anni di stallo sul delicatissimo equilibrio di una fragile tregua, i gruppi ribelli sunniti hanno ripreso le armi contro il regime di Bashar al-Assad in quella che di fatto sta diventando un vero e proprio colpo di stato.

Siria, cosa sta succedendo

Questa nuova offensiva che nel corso delle ultime ore si è fatta particolarmente intensa e destabilizzante per tutto il paese, è stata favorita dalle tensioni geopolitiche tra Israele e l’Iran, che si stanno combattendo indirettamente proprio con folti gruppi di milizie presenti in Siria.

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Gli attacchi aerei israeliani di questi ultimi giorni contro obiettivi iraniani e degli Hezbollah hanno indebolito le posizioni delle forze filo-governative siriane, creando un vuoto di potere in alcune aree del paese. I ribelli, appoggiati soprattutto dalla Turchia, hanno sfruttato questa opportunità per guadagnare terreno, in particolare nelle regioni nord-occidentali del paese.

Siria, Assad in difficoltà

Secondo analisti internazionali, il regime di Assad si trova in una posizione sempre più precaria. L’alleanza con l’Iran e Hezbollah, che in passato è stata determinante per la sopravvivenza e la stabilità del regime, è ora meno solida a causa delle difficoltà economiche e delle pressioni militari esercitate da Israele.

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Il tutto in un quadro sociale complicatissimo. La popolazione siriana, stremata da oltre un decennio tensioni interne si trova a dover fronteggiare attacchi che hanno non solo provocato danni gravissimi a strutture e infrastrutture del paese ma hanno reso ancora più incerto qualsiasi approvvigionamento. Non solo carburante ed energia: ma anche cibo e acqua.

Gli attacchi aerei, le battaglie tra le forze governative e i ribelli, e le incursioni di gruppi estremisti come l’ISIS, hanno portato migliaia di persone a fuggire dalle proprie case.

Oltre 13 milioni di profughi in Siria – Credits ANSA (QNM)

Tredici milioni di profughi

Secondo l’UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, quasi sei milioni di siriani stanno cercando riparo premendo verso i confini mentre almeno altri sette milioni avrebbero già trovato rifugio in paesi limitrofi come Turchia, Giordania e Libano. Una crisi umanitaria aggravata da una crescente carenza di aiuti internazionali, ridotti negli ultimi anni a causa delle priorità geopolitiche di altri paesi.

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In aggiunta a questo va detto che alcune infrastrutture, in modo particolare quelle sanitarie, sono al collasso. Gli ospedali operano con risorse minime, milioni di bambini hanno disertato la scuola. L’inverno imminente pone ulteriori sfide, con le famiglie che lottano per trovare riparo e riscaldamento adeguati.

Il Libano: un paese al collasso

Mentre la Siria lotta per contenere i nuovi focolai di guerra, anche il vicino Libano è alle prese con una delle crisi economiche e politiche più gravi della sua storia moderna. La dipendenza dal sistema bancario, le tensioni settarie e l’ingerenza di attori esterni, come Hezbollah e l’Iran, hanno paralizzato il paese.

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A questo bisogna aggiungere che il Libano ospita almeno un milione di rifugiati siriani, il che rappresenta un’enorme pressione su un’economia già fragile. Gli aiuti internazionali non sono sufficienti a soddisfare le necessità di base, e molte famiglie vivono in condizioni di estrema povertà. La recente escalation di violenza tra Israele e Hezbollah ha ulteriormente complicato la situazione. Gli attacchi aerei israeliani nel sud del Libano hanno causato nuovi sfollamenti, mentre il paese fatica a far fronte all’emergenza. Paradossalmente sono molti i libanesi che stanno cercando rifugio in Siria, in un ribaltamento della crisi umanitaria senza precedenti.

Siria e Libano, la dimensione geopolitica del conflitto

La crisi in Siria e Libano è strettamente legata alle dinamiche geopolitiche della regione. Israele e Iran si contendono l’influenza in Medio Oriente, utilizzando milizie e alleati locali per perseguire i propri interessi strategici. La Siria è un diventato di fatto un vero e proprio campo di battaglia cruciale in questa guerra per procura, mentre il Libano, con la sua instabilità politica e la presenza di Hezbollah, rappresenta un ulteriore terreno di scontro.

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La Turchia, dal canto suo, sta cercando di espandere la propria influenza nel nord della Siria, sostenendo i ribelli sunniti e mirando a contenere l’autonomia dei curdi con i quali il governo di Ankara è in tensione da decenni. Questo intervento ha aggiunto un ulteriore livello di complessità alla crisi, rendendo difficile qualsiasi tentativo di mediazione internazionale.

Combattimenti ed esplosioni, molti feriti a Damasco – Credits ANSA (QNM)

Conseguenze per la popolazione civile

Le vere vittime di questa crisi sono le persone comuni, che vivono ogni giorno le conseguenze della guerra e della povertà. In Libano, il tasso di disoccupazione è alle stelle, e il sistema sanitario è sull’orlo del collasso. Le interruzioni di corrente elettrica sono diventate una normalità, mentre l’inflazione galoppa, rendendo i beni di prima necessità inaccessibili per gran parte della popolazione.

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In Siria, la situazione è resa ancora più drammatica da bombardamenti e violenze. Le famiglie vivono in campi profughi sovraffollati, senza accesso ad acqua potabile né servizi sanitari adeguati. Le malattie infettive, come il colera, si stanno diffondendo rapidamente, aggravando ulteriormente la crisi sanitaria.

Il ruolo della comunità internazionale

La comunità internazionale ha il dovere di intervenire per alleviare le sofferenze della popolazione siriana e libanese. Tuttavia, le divisioni geopolitiche e la mancanza di un consenso su come affrontare la crisi hanno ostacolato gli sforzi diplomatici.

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Le organizzazioni umanitarie stanno facendo il possibile per fornire assistenza, ma le risorse sono limitate. È necessario un maggiore impegno da parte dei governi e delle istituzioni internazionali per garantire che gli aiuti raggiungano chi ne ha più bisogno.

Una situazione destinata a peggiorare

Quel che è peggio è che la crisi in Siria e Libano non mostra segni di risoluzione a breve termine. Le tensioni settarie, le interferenze straniere e l’instabilità economica continuano a essere fattori destabilizzanti.

Stefano Benzi

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