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Sport

Sinner e il Clostebol, la WADA ci ripensa | Le ultime novità, cosa è successo

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Stefano Benzi

Il caso della contaminazione dal Clostebol che ha visto al centro dell’attenzione  Jannik Sinner, numero 1 del tennis mondiale, ha acceso il dibattito tra regole antidoping e giustizia mentre si apre il campo a nuovi sviluppi

Sembra essere arrivato al decisivo punto di svolta il caso di Jannik Sinner e della contaminazione da Clostebol, un farmaco che ha portato il numero #1 del tennis mondiale, proprio nella sua stagione più straordinaria, al centro di una fastidiosa vicenda di doping.

Jannik Sinner chiude il 2025 con una serie di trionfi che lo hanno portato al #1 – Credits ANSA (QNM)

Il caso di Sinner è indubbiamente emblematico e potrebbe ridefinire il rapporto tra normativa antidoping e sport.

Sinnner e il clostebol

La presenza di tracce davvero minime di clostebol, una sostanza vietata ma usata in ambito medico, ha portato la WADA a intervenire con un ricorso, scatenando non poche discussioni, nel mondo del tennis ma anche in quello dello sport in senso più generale.

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Il clostebol sarebbe comparso in un controllo antidoping a seguito di un trattamento dermatologico di un proprio fisioterapista. Una traccia infinitesimale che non avrebbe in alcun modo potuto incentivare le sue prestazioni sportive, una delle condizioni fondamentali che le accuse di doping dovrebbero prevedere.

La WADA valuta nuove regole

La WADA, agenzia internazionale che da anni ormai sorveglia sull’uso del doping da parte dei professionisti dello sport e che sovrintende ai controlli, e che in un primo momento aveva dovuto ammettere l’uso accidentale e non intenzionale da parte di Sinner, in un secondo momento aveva fatto ricorso riaprendo il fascicolo. La cui procedura al momento è ancora in divenire.

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Ora però pare che la WADA stia considerando una revisione delle normative per distinguere i casi di microdosaggio accidentale da quelle di uso intenzionale. In questo caso la vicenda di Sinner diventerebbe un precedente fondamentale rappresenta, una vera e propria svolta significativa destinata a segnare per sempre il futuro di vicende come quella del tennista altoatesino.

Sinner-clostebol: WADA, nessuna udienza

Stando alle ultime indiscrezioni il caso di Sinner al momento non è nemmeno inserito in quelle che sarebbero le prossime udienze previste dalla WADA che ha inserito tutta una serie di casi da valutare fino a marzo. Quello di Sinner non c’è. Il che significa una sorta di riflessione, come se la WADA avesse deciso di prendere tempo avendo acquisito elementi che in qualche modo potrebbero portare a una definitiva arichiviazione di qualsiasi addebito.

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La WADA non ha rilasciato comunicati né dichiarazioni ufficiali su questa vicenda. Tuttavia uno dei suoi portavoce è tornato sull’argomento in modo ufficioso…  “L’obiettivo non è solo proteggere l’integrità dello sport, ma anche evitare che atleti innocenti subiscano sanzioni sproporzionate” ha dichiarato un portavoce della WADA che ha deciso di restare anonimo. Una frase significativa perché potrebbe portare alla definitiva introduzione della cosiddetta ‘soglia minima’, al di sotto della quale farmaci considerati dopanti non vengono ritenuti influenti sulla prestazione sportiva, soprattutto in caso di assunzione involontaria.

Sinner e il clostebol, parla l’avvocato del tennista

Jamie Singer, l’avvocato inglese di Jannik Sinner che ha seguito fin dall’inizio tutta la vicenda, ha accolto positivamente questa possibile apertura. Ma senza ulteriori dichiarazioni che superino quello è un dato di fatto. E cioè il ricorso della WADA contro l’assoluzione nei confronti di Sinner acquisita anche dalla International Tennis Integrity Agency dopo che un tribunale indipendente aveva acclarato che il numero 1 al mondo era stato vittima di una contaminazione del tutto involontaria al Clostebol.

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Singer come tutto lo staff del tennista altoatesino resta in attesa di una assoluzione che sia totale e definitiva: “Non possiamo che aspettare. Jannik ha sempre agito con trasparenza, e le circostanze dimostrano una totale assenza di qualsiasi impronta dolo. Speriamo che questa vicenda porti a una riflessione più ampia.”

Jannik Sinner con il trofeo del ricchissimo Six Kings Slam – Credits ANSA (QNM)

Il clostebol: una sostanza controversa

Il clostebol è un derivato del testosterone utilizzato in medicina per trattamenti dermatologici e post-operatori. Nonostante le sue applicazioni terapeutiche, è inserito nella lista delle sostanze proibite dalla WADA per il suo potenziale effetto sulle prestazioni atletiche. Il clostebol sarebbe stato assunto da Sinner in modo del tutto involontario durante i trattamenti dal suo fisioterapista che ne aveva rilasciato alcune tracce dopo un trattamento medico regolarmente prescritto.

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Esperti e atleti hanno spesso criticato l’inclusione del clostebol nella lista nera, sottolineando che quantità minime di questo farmaco non hanno effetti significativi sul rendimento sportivo. Il caso Sinner si aggiunge a episodi simili, come quello di Diego Ulissi, ciclista italiano sospeso nel 2014 per aver assunto la stessa sostanza tramite un farmaco prescritto.

Sinner e il clostebol: le reazioni dal mondo del tennis

Inutile sottolineare quanto la vicenda che vede al centro di caso di un’attenzione mediatica molto fastidiosa Jannik Sinner abbia scatenato reazioni contrastanti nel mondo del tennis. Novak Djokovic, spesso critico nei confronti del sistema antidoping, ha espresso solidarietà al giovane atleta: “Conosco Jannik come una persona integra. È fondamentale che questa vicenda venga risolta nel modo giusto, senza compromettere la sua carriera.”

Djokovic ha anche dichiarato di essere pronto ad affrontare Sinner nel 2025: “È l’uomo da battere e lo sarà ancora a lungo. Ma non ho alcuna intenzione di mollare il colpo. Sono convinto di potere ancora dire la mia fin dall’inizio della prossima stagione”.

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Carlos Alcaraz, rivale numero #1 ma anche grande amico di Sinner, ha confermato sui social la sua opinione assolutamente garantista su Sinner: “Jannik è un esempio di correttezza per tutti noi. Sono sicuro che questa situazione si risolverà positivamente. Non ho alcun dubbio sulla sua buona fede.”

Nastase, una delle voci contro

Dall’altro lato, l’ex campione Ilie Nastase ha acceso il dibattito con dichiarazioni controverse: “Se fosse stato un atleta di un paese meno influente, supponiamo la mia Romania non ho dubbi che ci sarebbero state conseguenze molto più dure e intransigenti.” Le sue parole hanno sollevato polemiche, evidenziando le possibili discrepanze geopolitiche nel trattamento degli atleti.

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Anche John McEnroe, ex numero #1 del mondo, uno degli opinionisti più quotati nel mondo del tenni, famoso per la sua schiettezza, ha definito il sistema antidoping ‘sicuramente necessario, ma molto imperfetto’. E ha aggiunto: “Sinner è un talento straordinario, e non possiamo permettere che un episodio così marginale comprometta il suo futuro.”

Jannik Sinner, decisive le sua vittorie anche in Coppa Davis – Credits AP LaPresse (QNM)

Le dichiarazioni degli ex campioni

Patrick Mouratoglou, uno dei coach più rispettati nel tennis, l’uomo che ha allenato per anni Serena Williams ha chiesto alla WADA di fare un passo indietro: “Il sistema antidoping deve essere rigoroso ma anche umano. Bisogna distinguere tra errori accidentali e doping intenzionale. Penalizzare un atleta per una crema medicinale è ingiusto e soprattutto non lo si può tenere ostaggio di illazioni e processi sommari per mesi e mesi proprio nel culmine della sua stagione. La cultura del dubbio non deve far parte del nostro sport.”

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Anche il britannico Andy Murray, medaglia d’oro olimpica, che quest’anno ha lasciato la carriera agonistica per diventare allenatore proprio di Djokovic, ha espresso una opinione di solidarietà nei confronti di Sinner: “Dobbiamo investire nella ricerca per migliorare i test antidoping e distinguere tra casi accidentali e reali violazioni. Sinner? Le accuse sono del tutto esagerate e immotivate”.

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L’ex tennista italiano Daniele Bracciali ha invece puntato il dito contro la WADA: “In un caso come questo parlare di responsabilità oggettiva è una follia. Si rischia di punire atleti senza dolo, rovinando carriere per situazioni evitabili.”

Le ripercussioni per Sinner e il futuro dello sport

Il caso Sinner rappresenta molto più di una vicenda personale: è un banco di prova per il sistema antidoping internazionale. Se la WADA decidesse di introdurre nuove regole, l’impatto sarebbe significativo non solo per il tennis, ma per tutto lo sport. Le nuove normative potrebbero prevenire ingiustizie e garantire maggiore equità.

Il mondo sportivo attende con ansia la decisione della WADA e nuovi possibili cambiamenti normativi. Intanto Sinner, dopo avere vinto le Finals ATP di Torino e la Coppa Davis con l’Italia si gode un po’ di riposo in vista della stagione che si aprirà con gli Australian Open a Melbourne.

Stefano Benzi

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