La Corea del Sud affronta una grave crisi politica dopo la dichiarazione della legge marziale da parte del Presidente Yoon Suk Yeol, l’opposizione parlamentare si oppone fermamente, si apre una nuova pagina di tensioni nella democrazia sudcoreana
In un contesto internazionale già estremamente difficile per via della guerra al confine tra Russia e Ucraina e delle interminabili tensioni in Medio Oriente, una tensione senza precedenti è improvvisamente nata in Corea del Sud.
Il controverso presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol, spesso al centro di polemiche ma anche di indagini, ha sorpreso il paese dichiarando la legge marziale nella notte.
L’annuncio poche ore fa, quando in Corea del Sud era già notte. Una mossa sorprendente e del tutto inaspettata, trasmessa tramite nel corso di un discorso televisivo stata giustificata dal Presidente con l’intento di contrastare “forze anti-stato” e proteggere l’ordine democratico. Yoon ha inoltre accusato il principale partito d’opposizione di simpatie filo-nordcoreane.
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La legge marziale, secondo la Costituzione sudcoreana, può essere invocata solo in circostanze di emergenza nazionale, come guerra o gravi disordini. Tuttavia, molti osservatori mettono in dubbio la legittimità di tale dichiarazione, vista la situazione attuale.
Immediatamente dopo la dichiarazione, che come facilmente immaginabile ha scatenato una tensione senza precedenti in tutto il paese, l’Assemblea Nazionale, dominata dal Partito Democratico, ha votato per invalidare la misura. Tutti i 190 parlamentari presenti hanno approvato la revoca. Maggioranza e opposizione.
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Il Presidente Yoon, secondo la legge sudcoreana sarebbe a questo punto obbligato a rispettare questa decisione. Tuttavia, restano dubbi sulla sua volontà di conformarsi, creando un clima di incertezza istituzionale.
Molta tensione anche fuori dal palazzo del parlamento dove nella notte si sono riunite centinaia di manifestanti che hanno protestato pacificamente contro le dichiarazioni del presidente. Ci sono stati anche dei confronti vivaci. Alcune forze di polizia hanno presidiato gli ingressi: ci sono stati anche alcuni scontri…
Poi però, dopo un paio d’ore, quando il parlamento ha bloccato la decisione di Soon, anche le truppe schierate in piazza a Seoul hanno iniziato a ritirarsi, suscitando applausi dai manifestanti che sono rimasti radunati fuori dall’edificio parlamentare.
Le reazioni alla decisione di Yoon sono state immediate. Il leader del Partito Democratico, Lee Jae-Myung, ha definito la misura “illegale e incostituzionale” e ha promesso di proteggere la democrazia a ogni costo. Anche il capo del partito conservatore, Han Dong-Hoon, alleato di Yoon, ha criticato la decisione del presidente chiedendo a Soon di ripensarci promettendo di fargli arrivare il peso del pensiero del popolo..
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A livello internazionale, gli Stati Uniti hanno espresso “seria preoccupazione” per quanto sta accadendo in Corea del Sud.
Joe Biden ha dichiarato di non essere stato informato preventivamente della decisione di Soon e ha iniziato un dialogo con il governo sudcoreano. Il Segretario di Stato americano ha sottolineato che l’alleanza tra Stati Uniti e Corea del Sud rimane “ferrea”, nonostante le tensioni di queste ultime ore.
La dichiarazione della legge marziale non ha solo destabilizzato la politica interna della Corea del Sud, ma ha anche sollevato preoccupazioni economiche e geopolitiche di grande rilievo. La Corea del Sud è una delle potenze economiche e industriali più rilevanti a livello mondiale. Dopo l’annuncio borse sudcoreane hanno registrato forti perdite, così come alcuni dei marchi nazionali più importanti e solidi. Molti gli analisti che temono un impatto negativo sui mercati globali.
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Inoltre, la crisi potrebbe influire sulla capacità degli Stati Uniti di proiettare il proprio potere militare nella regione indo-pacifica. Con migliaia di truppe americane stanziate in Corea del Sud, l’instabilità politica potrebbe complicare le operazioni strategiche nella regione.
La dichiarazione della legge marziale ha riaperto ferite storiche per la Corea del Sud, che ha conosciuto lunghi periodi di autoritarismo prima della transizione democratica del 1988. Questa misura eccezionale ricorda i momenti più bui della storia del Paese, come le proteste represse negli anni ’70 e ’80.
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Dal 1988, la Corea del Sud si è affermata come una democrazia vibrante, caratterizzata da frequenti proteste pacifiche e una stampa libera. Tuttavia, le recenti mosse del Presidente Yoon, già criticato per vari scandali, mettono in discussione il futuro democratico del Paese.
Con il voto del parlamento sudcoreano per bloccare la mossa sorprendentemente annunciata da Yoon Suk-Yeol, la situazione in tutto il paese rimane in uno stato di sospensione e di stallo.
Era la prima volta che veniva dichiarata la legge marziale in Corea da quando la nazione dell’Asia orientale era ufficialmente passata alla democrazia con l’adozione di una nuova costituzione negli anni ’80.
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Il presidente dell’Assemblea nazionale Woo Won-Sik aveva presentato la risoluzione per chiedere la revoca della legge marziale intorno all’una di notte di mercoledì ora locale (in Italia erano le 17). I parlamentari, tutti presenti a notte fonda hanno votato come detto in blocco.
Da quando è entrato in carica nel 2022, Yoon ha alzato il tono dello scontro politico per consolidare la sua agenda nel parlamento controllato dall’opposizione. Ma il suo indice di gradimento è diminuito drasticamente negli ultimi mesi.
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La dichiarazione della legge marziale è arrivata dopo che il Partito Democratico ha approvato un disegno di legge di bilancio ridimensionato e ha presentato mozioni di impeachment contro un revisore dei conti statale e il procuratore capo, ha riferito Yonhap.
La revoca parlamentare della legge marziale è un primo dato di fatto sulla compattezza della politica sudcoreana nei confronti del presidente. Ma nonostante questo il futuro politico del paese resta ancora molto incerto. L’opposizione ha promesso di rimanere vigile, mentre il governo di Yoon sembra intenzionato a proseguire il suo programma politico nonostante le critiche. La comunità internazionale, intanto, osserva con attenzione l’evolversi della situazione, preoccupata per le implicazioni regionali e globali sia di carattere politico che economico.
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