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Le dimissioni di Carlos Tavares: Stellantis tra crisi e pressioni politiche

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Stefano Benzi

L’addio improvviso di Carlos Tavares dal ruolodi amministratore delegato di Stellantis scuote l’intero settore automobilistico, tra calo delle vendite, tensioni politiche e crisi sindacali: il gruppo affronta un momento cruciale

Con oltre un anno di anticipo sulla scadenza del mandato, Carlos Tavares ha lasciato il ruolo di amministratore delegato di Stellantis, gettando il gruppo automobilistico in una fase di profonda incertezza.

Tonfo in borsa per Stellantis – Credits ANSA (QNM)

L’annuncio, arrivato nella serata di domenica scorsa, ha colto di sorpresa analisti, gli osservatori: ma anche gli investitori… “Evidentemente era giunto il momento di separare le nostre strade”, ha dichiarato il presidente John Elkann, spiegando che la decisione è stata accolta all’unanimità e senza incertezze dal consiglio di amministrazione del gruppo.

Tavares, dimissioni da Stellantis

La comunità finanziaria ha accolto con una certa preoccupazione la notizia. Gli analisti parlano di una decisione “molto negativa e del tutto inaspettata”. E come tale è stata accolta anche dagli investitori che hanno interpretato l’uscita di scena di Carlos Tavares in un contesto di forte crisi per Stellantis, con vendite in calo sia in Europa che negli Stati Uniti.

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Il tutto si è tradotto in ulteriori difficoltà per il titolo che è andato in affanno a Piazza Affari: le azioni del gruppo hanno chiuso in calo del 6.3%, toccando il minimo storico dal luglio 2022.

Le ragioni dell’addio: divergenze strategiche

Le motivazioni ufficiali delle dimissioni di Tavares restano poco chiare, ma Henri de Castries, consigliere indipendente senior di Stellantis, ha fornito qualche spunto: “Il successo di Stellantis sin dalla sua creazione si è basato su un perfetto allineamento tra azionisti, consiglio e CEO. Tuttavia, nelle ultime settimane sono emerse vedute differenti che hanno portato a questa scelta condivisa”.

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Fonti interne riferiscono che le divergenze sarebbero emerse soprattutto sulla gestione del mercato nordamericano, dove i volumi di vendita sono letteralmente crollati nel corso degli ultimi mesi con previsioni pessime anche per i prossimi due anni. Già a ottobre il consiglio aveva avviato la ricerca di un successore per il 2026, data di scadenza del mandato di Tavares. Ma il processo sembra essere stato accelerato da una situazione finanziaria sempre più critica e da inevitabili tensioni all’interno del consiglio di amministrazione del gruppo.

Calo di vendite e immatricolazioni

I dati d’altronde non possono far altri che confermare la crisi in atto. Nei primi nove mesi del 2024, Stellantis ha registrato un calo delle vendite del 17% negli Stati Uniti, che fino a due anni fa era considerato il mercato più redditizio per il gruppo.

Anche in Europa la situazione è difficile: le immatricolazioni sono diminuite del 7.1%, con una quota di mercato ulteriormente scesa di un punto e mezzo, dal 17.1% al 15.7%.

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In Italia, a novembre 2024, il gruppo ha immatricolato 30.817 auto, segnando un calo del 24.6% rispetto allo stesso mese del 2023. Da inizio anno, le vendite sono diminuite del 9.4%, con una quota di mercato che è scesa di tre punti esatti, dal 32.4% al 29.4%.

Il profit warning, uno strumento che di fatto annuncia quelle che dovrebbero essere le aspettative nel breve periodo, era pessimo. Il dato del 30 settembre ha ulteriormente aggravato il quadro con un conseguente tagli del margine operativo di quasi cinque punti percentuali arrivando a un minimo storico poco superiore al 5%.

Stellantis, nagazzini pieni di auto invendute

Male anche i dati sulla liquidità con il free cash flow industriale è stimato in una forbice compresa tra i 5 e 10 miliardi di euro di passivo solo a fine dicembre, relativamente a tutto il 2024. Il tutto in un contesto complicato anche dal punto di vista logistico. Magazzini stracolmi, pieni di auto invendute, quasi un milione e mezzo di veicoli solo negli Stati Uniti, un dato che si riferisce a fine giugno e che potrebbe ulteriormente estendersi.

Le reazioni politiche: Elkann sotto pressione

La decisione di Tavares ha scatenato reazioni immediate nel mondo politico. Il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha avuto un colloquio telefonico con John Elkann, confermando il tavolo in programma tra due settimane esatte, martedì 17 dicembre, al Mimit. Durante l’incontro, Jean-Philippe Imparato, responsabile Europa di Stellantis, avrà il compito di discutere il “Piano Italia”.

John Elkann al vertice del comitato di transizione del gruppo – Credits ANSA (QNM)

Il pensiero politico: Meloni e Salvini

Ovviamente in allerta tutto il governo. A cominciare dal primo ministro, Giorgia Meloni che punta la sua attenzione soprattutto sul livello occupazionale che rischia di subire un colpo durissimo: “Faremo del nostro meglio per difendere l’occupazione e l’indotto. Abbiamo un tavolo convocato a metà dicembre, speriamo possa essere quello risolutivo”.

Duro anche il commento del vicepremier Matteo Salvini: “Sono offeso dalla gestione degli Elkann. Quello che sta accadendo è semplicemente disgustoso. Un tracollo economico annunciato e un manager che va via con decine di milioni di euro di buonuscita”.

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Per la verità commenti durissimi anche da parte dell’opposizione dove tutti – anche PD e Movimento 5 Stelle – si sono allineati a quanto richiesto fin da subito, dopo l’ufficializzazione delle dimissioni di Tavares. E dunque che Elkann riferisca in Parlamento sul futuro di Stellantis in Italia.

I sindacati: “Tavares non ci mancherà”

Le relazioni tra Carlos Tavares e i sindacati italiani sono sempre state difficili. A tratti pessime. Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, saluta l’amministratore delegato senza alcun rimpianto: “Tavares non ci mancherà. Non ha mai creduto nelle relazioni sindacali, ha delocalizzato e frenato gli investimenti in Italia”.

Maurizio Landini, leader della Cgil, ha chiesto un confronto immediato tra il governo, Stellantis e i sindacati: “È necessario discutere su quali politiche industriali e quali investimenti si faranno nel nostro Paese. Mi auguro che non si perda altro tempo e che l’azienda si prenda le responsabilità che fino a oggi ha sempre accollato agli altri….”

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Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, ha aggiunto: “Ci aspettiamo un nuovo management che dia discontinuità rispetto al passato”.

Anche PierPaolo Bombardieri della Uil ha sottolineato: “Il futuro di Stellantis deve essere improntato al coraggio e alla tutela dell’occupazione”.

Possibili successori di Carlos Tavares in Stellantis

Con l’uscita improvvisa di Carlos Tavares, si apre il dibattito su chi potrebbe prendere il suo posto al vertice di Stellantis. Il processo per la selezione del nuovo amministratore delegato, già avviato in ottobre, sarà gestito da un comitato speciale e dovrebbe concludersi entro la prima metà del 2025.

Tra i nomi in lizza, spiccano figure di rilievo nel settore automobilistico. Luca De Meo, attuale CEO di Renault, è considerato uno dei favoriti grazie alla sua esperienza internazionale e alla capacità di rilanciare marchi storici. Jean-Philippe Imparato, attualmebte responsabile Europa di Stellantis, gode della fiducia del consiglio per la sua conoscenza approfondita del gruppo.

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Anche Antonio Filosa, figura chiave per il mercato sudamericano di Stellantis, potrebbe essere un’opzione, rappresentando un volto interno, consolidato e informato.

Tuttavia, nessuna candidatura sembra al momento convincere del tutto. Anche perché il gruppo potrebbe decidere di dare un segnale importante al mercato e agli investitori cercando un nome forte, inattaccabile, magari da strappare alla concorrenza. La speranza è quella di un altro effetto Marchionne, mai così rimpianto come in quesi ultimi anni. Gli analisti sottolineano che la scelta del nuovo CEO sarà cruciale per il rilancio di Stellantis in un contesto di forte concorrenza e di trasformazioni legate alla mobilità elettrica.

Carlos Tavares, alla sinistra di John Elkann appena un mese fa – Credits ANSA (QNM)

I guadagni di Tavares e la buonuscita milionaria

L’addio di Tavares ha riacceso le polemiche sui suoi guadagni e sulla possibile buonuscita. Secondo stime, l’ormai ex CEO avrebbe percepito uno stipendio di circa 40 milioni di euro all’anno, che lo rendono uno dei manager più pagati al mondo nel settore automobilistico.

Si parla di una buonuscita che potrebbe superare i 100 milioni di euro, una cifra che ha indignato non solo i sindacati, ma anche alcuni azionisti. Luigi Sbarra della Cisl ha sottolineato:

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In un contesto di difficoltà economiche, con fabbriche italiane che registrano crolli di produzione e lavoratori in cassa integrazione, la questione dei compensi di Tavares è diventata un simbolo di disuguaglianze drammatiche che attraversano il settore e ne minano la credibilità imprenditoriale.

Il futuro del gruppo Stellantis: tra incognite e speranze

Per gestire la transizione, Stellantis ha intanto istituito un Comitato esecutivo presieduto da John Elkann, affiancato da Richard Palmer come Special Advisor. Tuttavia, la nomina del nuovo CEO non arriverà prima della prima metà del 2025.

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Tra i nomi più discussi per la successione figurano Luca De Meo, attuale CEO di Renault, Jean-Philippe Imparato e Antonio Filosa, ma nessuna opzione sembra convincere pienamente gli analisti.

Il futuro immediato di Stellantis

Nel frattempo, Elkann ha inviato un messaggio ai dipendenti, incoraggiandoli a guardare avanti: “Con Carlos abbiamo ottenuto risultati importanti, ma è il momento di concentrarci sui prossimi capitoli. Insieme, continueremo a costruire una grande azienda”.

Stefano Benzi

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