Si avvia alla conclusione lo sciopero generale di oggi tra sospensioni del servizio nel trasporto pubblico, notevoli disagi e ritardi, un traffico complicato nelle grandi città nonostante l’adesione sia stata inferiore alle previsioni, violenti scontri a Torino, assalita la sede RAI
La giornata di sciopero si sta esaurendo tra disagi e proteste, soprattutto di pendolari e viaggiatori tra cancellazioni, sospensione del servizio di metro e autobus e condizioni di traffico ancora una volta estremamente intenso nelle grandi città.
Ma tra manifestazioni di piazza ci sono stati ancora una volta gravi incidenti a Torino, con un assalto alla sede regionale della RAI.
Mentre continuano le polemiche legate alla fallita precettazione del ministro Salvini, respinta da una sentenza del TAR del Lazio, infuria la battaglia dei numeri sulle adesioni. Numeri importanti a Trieste e Venezia, molto più contenuti a Milano – dove i treni hanno subito poche conseguenze e quasi esclusivamente su convogli a lunga percorrenza – e Roma dove i maggiori disagi si sono verificati sui metro e mezzi di superficie.
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Attività ridotta negli ospedali dove i servizi di emergenza erano comunque garantiti, molte le scuole che non hanno svolto attività didattica a causa dell’astensione dal lavoro di personale docente e non docente. Ma una delle categorie più rappresentate sotto l’aspetto dell’adesione è stata proprio quella degli studenti.
Quasi in tutte le città ci sono state manifestazioni di piazza e cortei per la verità non particolarmente affollati. Circa 2mila persone a Roma, anche meno a Milano e Napoli.
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È ancora una volta Torino a registrare la giornata più intensa e nervosa. La giornata di sciopero studentesco sotto la Mole si è infatti trasformata in un campo di battaglia, con violenti scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Partito come un corteo pro-Palestina, l’evento è degenerato in lanci di pietre e uova contro la polizia davanti al Politecnico, culminando con un blitz alla sede Rai. Due manifestanti sono stati fermati, almeno tre agenti contusi sono finiti al pronto soccorso.
Le tensioni erano attese, con gruppi come Cambiare Rotta e il centro sociale Askatasuna che avevano preannunciato manifestazioni accese. Ecco come si è sviluppata la giornata. Gli scontri principali si sono verificati davanti alla sede del Politecnico di Torino. Qui, dopo qualche avvisaglia contro le forze dell’ordine, diverse centinaia di manifestanti, si sono radunati con l’intento di raggiungere l’ingresso posteriore dell’ateneo presidiato da un cordone di polizia. I dimostranti hanno lanciato sassi, uova e fumogeni contro gli agenti, che hanno risposto con manganellate e scudi per respingere l’avanzata.
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Durante gli scontri, due manifestanti sono stati fermati. “I poliziotti non possono continuare a essere bersagli – ha dichiarato Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di polizia Coisp – questa violenza organizzata rappresenta un problema che non può più essere tollerato”.
Numerosi i cori intonati dai giovani: “Fuori Leonardo dall’università” e “Ci prenderemo tutta la città”. Lo striscione principale riportava la scritta: “Boicottiamo la guerra, scuola e università con i popoli in rivolta”. Molte le scuole occupate a Torino che hanno aderito alla manifestazione con diversi rappresentanti.
Dopo gli scontri al Politecnico, i manifestanti si sono diretti verso la sede della Rai in via Verdi. Qui, hanno divelto la grata dell’ingresso principale del centro di produzione intitolato a Piero Angela, senza però riuscire a entrare nell’edificio, bloccati da carabinieri in tenuta antisommossa.
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“La Rai fa disinformazione su quanto avviene in Medio Oriente” hanno gridato i manifestanti. Sul selciato antistante la sede è apparsa la scritta: “Rai: sanzionati”. Anche questo episodio ha contribuito a inasprire il clima già teso della giornata.
Il bilancio degli scontri a Torino parla di due feriti tra le forze dell’ordine e di due manifestanti fermati: uno dei quali di 14 anni. Sono stati rilasciati poco dopo essere stati identificati.
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Secondo Stefano Paoloni, segretario generale del sindacato di polizia Sap, “Torino si conferma una piazza difficile e pericolosa. Sembra sempre più necessario approvare il Ddl sicurezza per garantire maggiore protezione agli agenti e rafforzare le norme contro questo genere manifestazioni che alla fine diventano un pretesto per sfociare in fatti di violenza”.
Le tensioni hanno coinvolto anche gli studenti universitari e delle scuole superiori. Alcuni manifestanti hanno cantato brani di Alfredo Bandelli, risalenti agli anni Sessanta, con testi che incitavano alla violenza contro le forze dell’ordine.
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Questa scelta ha ulteriormente esacerbato la tensione, trasformando il corteo in un evento ad alto rischio per la sicurezza pubblica.
Nelle scuole però si sono lamentati anche atti vandalici con furti e danneggiamenti di materiale didattico.
La mobilitazione studentesca non si è limitata a Torino, ma ha coinvolto altre grandi città italiane come Milano, Roma e Bologna. A Milano, un gruppo di studenti si è radunato davanti alla sede del Ministero dell’Istruzione, protestando contro le politiche governative e chiedendo maggiore attenzione per le questioni internazionali. A Roma, la manifestazione ha bloccato il traffico nella zona centrale, creando notevoli disagi ai cittadini.
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Numerosi cortei sono stati segnalati anche a Napoli, dove i partecipanti hanno marciato per le vie del centro storico, portando con sé striscioni contro la guerra e a favore della Palestina. L’adesione, secondo i primi dati, è stata consistente, con migliaia di studenti e lavoratori coinvolti.
Le proteste hanno causato pesanti disagi per i cittadini, soprattutto a Torino, dove il blocco del traffico nel centro città ha reso difficile il transito anche per i mezzi pubblici. Alcuni commercianti hanno deciso di abbassare le saracinesche per precauzione, temendo danni alle vetrine durante il passaggio dei manifestanti.
Il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha commentato la situazione, attaccando l’uso dello sciopero come strumento politico. “L’ennesimo venerdì di sciopero caratterizzato, non solo da caos e disagi, ma soprattutto da violenze, scontri e danneggiamenti a beni pubblici e privati. È urgente rivedere la norma sull’astensione dal lavoro, visto che ormai è un’arma di scontro politico e di aggressione alle forze dell’ordine anziché di tutela dei lavoratori”.
Salvini ha ribadito la sua intenzione di ricorrere ancora alla precettazione indipendentemente dalla sentenza del TAR del Lazio che poche ore prima dall’inizio dello sciopero aveva consentito le 24 ore di agitazione previste: “Gli italiani hanno il diritto di essere protetti e io farò di tutto per tutelarli” ha concluso il ministro dei trasporti e delle infrastrutture.
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