Matteo Salvini è stato assolto dal Tribunale di Palermo nel processo Open Arms, la sentenza dichiara che “il fatto non sussiste”
Assolto, il fatto non sussiste. Il collegio giudicante della seconda sezione penale del Tribunale di Palermo, presieduto da Roberto Murgia e composto dai giudici Andrea Innocenti ed Elisabetta Villa, ha assolto Matteo Salvini dalle accuse dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio.
Il processo, incentrato sulla vicenda della nave della ONG spagnola Open Arms, si chiude e difficilmente si riaprirà: pochi spiragli per un eventuale ricorso o appello da parte della procura.
Salvini assolto nel processo Open Arms
La sentenza è stata pronunciata dopo circa sette ore di camera di consiglio. Il dibattimento si era chiuso alle 11.27 di questa mattina. L’aula bunker si è rianimata per la sentenza poco dopo le 19.30, giusto in tempo per le prime pagine dei notiziari della sera. Inutile sottolineare che l’esito del processo Open Arms era ovviamente attesissimo.
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Sette ore di camera di consiglio per repingere ogni accusa con la formula de “il fatto non sussiste” al termine di una vicenda giudiziaria durata oltre tre anni, al termine di un lungo procedimento giudiziario che ha portato l’ex ministro dell’Interno al centro di un acceso dibattito politico e sociale.
Le accuse
Secondo l’accusa, Salvini aveva impedito lo sbarco di 147 migranti soccorsi in mare dalla nave Open Arms nell’agosto del 2019, lasciandoli a bordo per 19 giorni. La Procura aveva richiesto sei anni di reclusione per il leader leghista, mentre le parti civili avevano avanzato una richiesta di risarcimento per un milione di euro.
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Il collegio giudicante della seconda sezione penale del Tribunale di Palermo ha invece deciso di assolvere Matteo Salvini con. una decisione accolta con un applauso dai sostenitori del leader della Lega presenti in aula e con un pizzico di commozione da parte del suo collegio difensivo, guidato dall’avvocato Giulia Bongiorno.
Salvini assolto, un caso internazionale
L’accusa aveva sostenuto che l’allora ministro dell’Interno avesse agito in violazione delle leggi nazionali e internazionali, impedendo lo sbarco dei migranti nonostante provvedimenti giuridici che obbligavano al loro arrivo in un porto sicuro. Tuttavia, secondo la tesi difesiva elaborata dall’avvocato Bongiorno, Salvini aveva agito nell’ambito delle sue responsabilità istituzionali per tutelare i confini italiani.
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La notizia della sentenza è arrivata rapidamente anche alla camera dove oggi era in discussione la fiducia al governo per la nuova manovra finanziaria. Applausi anche in questo caso da parte dei deputati. Non solo di maggioranza.
Le parole di Matteo Salvini
Matteo Salvini ha espresso grande soddisfazione subito dopo la lettura della sentenza. “Sono felice: difendere la Patria non è reato, ma un diritto. Dopo tre anni, ha vinto la Lega, ha vinto l’Italia. Andrò avanti ancora più determinato di prima. Ero orgoglioso di quello che avevo fatto prima della sentenza, ora sono ancora più sereno. Difendere i confini nazionali dagli interessi degli scafisti e delle ONG è finalmente considerato un diritto. Entrare in Italia vuol dire rispettare delle regole. C’è voluto un po’ di tempo per vedere garantto questo diritto ma ci siamo riusciti”.
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Il leader leghista ha anche ringraziato pubblicamente il suo team legale e i sostenitori che gli sono stati vicini durante il processo. In aula, Salvini ha condiviso un momento emotivo abbracciando la fidanzata Francesca Verdini, visibilmente commossa.
Le reazioni politiche
La sentenza ha scatenato reazioni da parte di esponenti politici e rappresentanti istituzionali. Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione, ha definito l’assoluzione “un grande giorno per l’Italia”, sottolineando come la giustizia abbia riconosciuto la legittimità delle azioni di Salvini. Anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha accolto con soddisfazione la decisione, affermando che “giustizia è fatta” e che l’allora ministro ha agito con rigore e senso di responsabilità.
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Dall’altro lato, non sono mancate critiche da parte delle parti civili e di alcune associazioni umanitarie, che hanno sottolineato come il caso abbia messo in evidenza le difficoltà di gestione delle politiche migratorie in Italia.
Le Dichiarazioni degli Alleati e dei Simpatizzanti
Tra i primi a commentare la sentenza, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani: “Ho sempre avuto fiducia nella giustizia. Salvini ha dimostrato grande correttezza durante il processo, partecipando a tutte le udienze senza mai polemizzare”. Anche il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha espresso solidarietà verso il vicepremier, augurandogli “in bocca al lupo” prima della lettura della sentenza.
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Numerosi deputati e dirigenti della Lega si sono radunati nell’aula bunker del Pagliarelli per sostenere Salvini. L’avvocato Giulia Bongiorno ha elogiato la sentenza, sottolineando come “questa decisione ristabilisca il principio di discrezionalità nelle scelte politiche. È stata un’assoluzione piena, e tra le formule assolutorie è stata scelta quella più piena, che stabilisce non sussista alcun reato. Non è una sentenza contro i migranti, ma contro chi sfrutta i migranti”.
Salvini assolto nel processo Open Arms
Il caso Open Arms ha avuto origine nell’estate del 2019, quando la nave della ONG spagnola ha soccorso 147 migranti nel Mediterraneo centrale. Nonostante le richieste di assegnazione di un porto sicuro, Salvini, allora ministro dell’Interno, ha negato lo sbarco per quasi tre settimane, sostenendo che spettasse ad altri Stati membri dell’UE farsi carico dei migranti.
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Nel corso del processo, l’accusa ha cercato di dimostrare che le azioni di Salvini configurassero un abuso di potere e una violazione dei diritti fondamentali. La difesa, invece, ha ribadito che la decisione rientrava nelle prerogative ministeriali e che tutti i migranti in condizioni di necessità erano stati tempestivamente assistiti.
L’assoluzione di Matteo Salvini potrebbe avere ripercussioni significative sul dibattito politico italiano e sulle future politiche migratorie del governo. La sentenza rappresenta un precedente importante per casi simili, in cui l’azione governativa si scontra con le normative internazionali in materia di diritti umani.
Secondo alcuni analisti, il verdetto potrebbe rafforzare la posizione del leader leghista all’interno dell’esecutivo, consolidando il consenso tra i suoi sostenitori. Tuttavia, il caso Open Arms continua a sollevare interrogativi sulla gestione delle emergenze migratorie e sull’equilibrio tra sicurezza nazionale e tutela dei diritti fondamentali.