Bombe carta, fumogeni cariche e molta tensione durante il corteo per Ramy Elgaml di ieri a Roma, la premier Meloni e il ministro Piantedosi condannano le violenze
Ancora scontri in piazza, ancora nel nome di un ragazzo tragicamente deceduto a Milano i cui familiari da giorni chiedono inutilmente proprio nel rispetto e nel ricordo del suo nome un clima di maggiore tranquillità e dialogo.
Il corteo organizzato a Roma per chiedere giustizia per Ramy Elgaml, il 19enne morto a Milano dopo essere stato investito da un’auto dei carabinieri, ha provocato violenti scontri.
La manifestazione, non annunciata né autorizzata, si è trasformata in un autentico campo di battaglia, con bombe carta, fumogeni e lanci di bottiglie. Gli scontri hanno lasciato dietro di sé un bilancio di otto agenti feriti e numerosi momenti di tensione.
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Le violenze di Roma seguono quelle di Milano, avvenute per la verità subito dopo la morte di Ramy e seguite poi da altre manifestazioni assolutamente pacifiche, e quelle di Torino di pochi giorni fa, dimostrando un clima di crescente tensione in diverse città italiane.
La manifestazione Giustizia per Ramy Elgaml ha visto la partecipazione di oltre 250 persone, tra collettivi autonomi e gruppi studenteschi, radunati in piazza dell’Immacolata, nel quartiere San Lorenzo. Gli striscioni in testa al corteo riportavano frasi come Vendetta per Ramy e La polizia uccide. Presenti, tra gli altri, anche personalità di una certa importanza come il fumettista Zerocalcare.
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La manifestazione è cominciata regolarmente, seguita a distanza dalla polizia proprio per prevenire scontri, in quanto non autorizzata. La situazione purtroppo è degenerata all’arrivo del corteo in piazza dei Sanniti. I manifestanti hanno iniziato a capovolgere cassonetti e danneggiare vetrine, tra cui quella della locale sede dell’Inps. Poi alcuni esponenti del corteo hanno cercato di bloccare il traffico tentando di sfondare il cordone delle forze dell’ordine: e qui dopo una prima carica respinta sono scoppiati violenti scontri.
Gli agenti in tenuta antisommossa hanno risposto con alcune cariche di contenimento nel tentativo di disperdere il corteo che minacciava altri danneggiamenti. Il bilancio è di otto poliziotti feriti, tra cui uno in condizioni più serie, colpito al volto dall’esplosione di una bomba carta.
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Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di polizia Coisp, ha definito gli attacchi “una vile aggressione contro lo Stato”.
La situazione è tornata alla calma dopo un paio d’ore: ma ci sono stati momenti di tensione molto alta che in qualche modo hanno coinvolto anche residenti e turisti, non informati della manifestazione, che si trovavano a passare nei pressi del corteo e che nulla avevano a che fare con la protesta.
La premier Giorgia Meloni è intervenuta con un duro commento su Facebook: “Tra bombe carta, fumogeni e aggressioni, ieri sera a Roma abbiamo assistito all’ennesimo episodio di disordine e caos a opera dei soliti facinorosi. Non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza. Alle forze dell’ordine va la nostra solidarietà, insieme agli auguri di pronta guarigione agli agenti feriti”.
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Anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha condannato gli episodi, sottolineando la pericolosità dei gruppi organizzati: “I disordini dimostrano l’esistenza di soggetti che strumentalizzano ogni tema, perfino una tragedia come quella di Ramy, per seminare violenza”.
Il ministro ha inoltre ribadito l’importanza di rispettare le forze dell’ordine e ha invitato a non giustificare comportamenti che minano la sicurezza pubblica.
Le proteste sono state alimentate dalla diffusione del video della telecamera di servizio dell’auto dei carabinieri che ha investito Ramy. Le immagini hanno suscitato l’indignazione dei familiari del giovane, che tuttavia hanno invitato i manifestanti alla calma: “La violenza non è la risposta” ha dichiarato in più occasione il padre di Ramy, così come il fratello e la fidanzata del ragazzo ucciso.
Intanto, la Digos di Roma ha avviato un’indagine per ricostruire la dinamica degli scontri di Roma e individuare i responsabili. Le immagini registrate dalla Scientifica saranno fondamentali per fare luce sui disordini.
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