Ufficializzata la morte di David Lynch, celebre cineasta americano, noto per il suo stile surreale e noir, patrimonio di un’eredità di opere influenti e acclamate dalla critica, tra cui anche Cuore Selvaggio e Wicked Game
È scomparso all’età di 78 anni David Lynch, visionario e geniale regista americano capace di capolavori assoluti ma anche capostipite di un genere che dagli anni ’80 in poi ha saputo fare scuola per un’autentica generazione di geni assoluti del cinema.
Uno splendido ritratto di Lynch è stato proposto da uno degli autori che da lui si è sempre detto molto ispirato, Steven Spielberg “Aveva la capacità di esplorare la mente e il carattere dei suoi personaggi come nessun altro e al di là delle sue assolute qualità di regista aveva una qualità rara per chiunque lavorasse con la cinepresa, sapeva scrivere. E dunque aveva la capacità di uno sceneggiatore e di un grandissimo autore. I suoi personaggi nascevano prima sulla carta, e lui aveva l’immensa capacità di renderli tangibili, e dunque reali, del tutto simili a noi”.
Fu proprio Spielberg che lo ammirava profondamente a volere Lynch nel suo The Fabelmans come interprete di John Ford ricordandoci le sue qualità di attore spesso passate in secondo piano rispetto a quelle di regista.
David Lynch era quello che si dice un artista completo. Un regista visionario che scriveva ottimi copioni, che dipingeva in ogni momento libero e che non di rado si esprimeva musicalmente: tre i dischi pubblicati con il suo nome, almeno una decina quelli prodotti sotto pseudonimo o addirittura in anonimato.
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La notizia della sua morte è stata confermata dalla famiglia attraverso un post su Facebook: “È con profondo rammarico che annunciamo la scomparsa dell’uomo e dell’artista David Lynch. C’è un grande vuoto nel mondo ora che lui non è più con noi. Come avrebbe detto lui stesso, ‘Concentratevi sulla ciambella e non sul buco’”.
Lo scorso agosto David Lynch aveva rivelato di essere affetto da enfisema, una delle conseguenze di anni e anni da fumatore accanito. Nei mesi successivi, aveva parlato delle sue difficoltà respiratorie che affrontava: “Non riesco quasi a camminare attraverso una stanza” aveva dichiarato. Le sue condizioni si erano molto aggravate quando la settimana scorsa era stato costretto a lasciare la sua splendida villa a causa degli incendi in California.
Nato in Montana nel 1946, David Lynch iniziò il suo viaggio artistico come studente d’arte, realizzando cortometraggi sperimentali. La sua prima opera di rilievo, Eraserhead (1977), una favola surreale in bianco e nero che produce e interpreta dopo avere scritto quasi tutto il copione personalmente, lo porta all’attenzione della critica, trasformandolo in un punto di riferimento per il cinema alternativo. Arrivano i primi finanziamenti e gli consentono di realizzare uno dei suoi capolavori, The Elephant Man (1980), un film biografico su Joseph Merrick, che ottiene ben otto nomination agli Oscar.
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Da lì, Lynch consolidò la sua reputazione con capolavori come Dune, recentemente riproposto con una doppia versione, e Velluto Blu (1986), entrambi interpretati da quel Kyle MacLachlan che diventerà uno degli attori di maggiore riferimento della sua filmografia. Sarà sempre lui il volto della serie TV Twin Peaks, un mix unico di noir, commedia e surrealismo, uno dei maggiori successi televisivi di tutti i tempi.
Twin Peaks cambiò completamente le regole della TV commerciale costringendolo ad alimentare i personaggi della serie quasi di settimana in settimana. Fu la figlia Jennifer a scrivere a rotta di collo un libro ispirato a Laura Palmer (il suo diario) che divenne subito un best seller. E la serie in poche settimane diventò un autentico mito.
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La leggenda racconta che Lynch avesse pronte solo la prima serie, otto episodi Ma di fronte a un successo del genere si vide quasi costretto a scrivere le due stagioni successive portando I Segreti di Twin Peaks agli attuali 30 episodi che resero la sua produzione uno dei successi più remunerativi di sempre.
L’insuccesso di Dune, che paradossalmente ha guadagnato più dai DVD a distanza di anni che dopo la sua pubblicazione fu uno dei momenti più difficili della carriera di Lynch. Che si rilanciò con Cuore Selvaggio (1990), un road movie con Nicolas Cage e Laura Dern che vinse la Palma d’Oro a Cannes. LEGGI ANCHE –
Nonostante tre nomination come miglior regista per Velluto Blu, The Elephant Man e Mulholland Drive, quest’ultimo votato come miglior film del XXI secolo in un sondaggio del 2016, Lynch non vinse mai l’Oscar se non quello alla carriera, assegnato nel 2019. Poco rispetto all’immensa capacità di influenzare decine di registe e scrittori con il suo stile sospeso tra noir, giallo e grottesco.
La sua capacità di spingere i confini del linguaggio cinematografico è stata riconosciuta a livello globale, rendendolo una figura iconica del cinema moderno. Ron Howard, un altro dei registi che lo ha ammirato lo ha salutato con parole piene di stima: “Troppo spesso noi registi ci troviamo a percorrere strade sicure, cerchiamo il consenso e il successo, vogliamo rassicurare gli investitori e chi produce i film. A David ho sempre invidiato il coraggio di rischiare e di sperimentare con soggetti estremamente alternativi che hanno portato il suo senso di sperimentare all’estremo aprendo la strada a molti giovani che avevano idee altrettanto estreme… Un innovatore. Forse il più lucido nella sua creatività”.
Oltre alla sua carriera cinematografica David Lynch praticava attivamente la meditazione trascendentale, fondando la David Lynch Foundation for Consciousness-Based Education and World Peace nel 2005. Pittore quotatissimo, autore di una collezione di centinaia di opere che vantano un gran numero di esposizioni in tutto il mondo, e poi musicista e creatore di contenuti online. Famoso il suo stranissimo bollettino meteo su YouTube. Le sue opere artistiche, esposte in diverse gallerie, riflettevano la stessa inquietudine e la complessità di molti dei suoi film.
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Nel 2011, Lynch aprì un nightclub a Parigi, chiamato Silencio, ispirato all’omonimo locale presente in Mulholland Drive. Questo spazio è diventato un punto di riferimento per artisti e creativi di tutto il mondo, ulteriormente consolidando la sua influenza culturale.
Il suo ultimo film da regista Inland Empire è del 2006. Da allora Lynch si diverte a recitare, suonare, dipingere, riducendo considerevolmente la sua attività cinematografica ma togliendosi la soddisfazione di portare in scena l’ennesimo spin off di Twin Peaks e firmando diverse cose in esclusiva per Netflix.
David Lynch lascia un segno indelebile nella storia del cinema, con opere che hanno sfidato le convenzioni e ispirato generazioni di registi. Il suo stile unico, fatto di atmosfere oniriche, personaggi enigmatici e trame surreali, continuerà a influenzare il panorama cinematografico per molti anni a venire.
La sua visione artistica, caratterizzata da una profonda attenzione al dettaglio e da un costante desiderio di esplorare l’ignoto, è stata celebrata in tutto il mondo. Registi come Quentin Tarantino, Guillermo del Toro e Denis Villeneuve hanno spesso citato Lynch come una delle loro principali fonti di ispirazione.
Con la sua scomparsa, il mondo del cinema perde una delle sue menti più brillanti capace di svelare il cinema non solo come puro intrattenimento, ma come un viaggio profondo nella psiche umana e nei suoi misteri.
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