TikTok verso la chiusura negli USA: conseguenze e opportunità

TikTok rischia un ban totale negli Stati Uniti che comporterebbe la chiusura entro domani, una vicenda che solleva domande su conseguenze globali e opportunità per i competitor

TikTok, la popolare app di video brevi utilizzata da oltre 170 milioni di americani, è a rischio di un ban totale negli Stati Uniti.

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Il popolarissimo logo di TikTok – Credits ANSA (qnm)

Secondo le ultime notizie dopo la decisione della Corte Suprema di non fare marcia indietro sul ban che riguarda il popolarissimo social network, il blocco potrebbe diventare operativo già domenica.

Tik Tok e la chiusura negli USA

In questi giorni si sta vivendo un momento davvero storico per Tik Tok, che con i suoi 170 milioni di euro è una delle piattaforme social più importanti e significative del mercato americano. La Corte Suprema ha confermato la chiusura del network entro domenica: “Inconciliabile la proprietà cinese con esigenze di sicurezza nazionale”.

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Quindi, o Tik Tok si trova un editore americano entro la mezzanotte di domenica o la piattaforma chiuderà. Eventualità che sta scompaginando non poco i delicatissimi equilibri delle potenti piattaforme social che da una parte potrebbero conquistare una fetta importante del mercato che si libererebbe, creando uno scenario inedito nel mondo delle app social. Che dall’altro rischierebbero di giocarsi un mercato enorme come quello cinese, pronto a chiudere You Tube, Facebook, Instagram, X e Threads.

Le ragioni dietro la chiusura di TikTok

Il tutto proprio nel corso del fine settimana che vedrà il passaggio di consegne tra Joe Biden e Donald Trump. Biden ha già detto che la questione non lo riguarda e che sarà la nuova amministrazione a occuparsi della vicenda.

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Trump, che lunedì salirà per la seconda volta alla Casa Bianca, non ha ufficializzato nulla di quella che potrebbe essere la sua decisione: “Vedrete cos’ho in mente…” ha detto il presidente eletto in una brevissima dichiarazione sulla questione strappata dai giornalisti assiepati fuori da Mar-A-Lago.

La proprietà di Tik Tok

TikTok è di proprietà della società cinese ByteDance. Il provvedimento della Corte Suprema USA è dovuto ai timori che i dati sensibili degli utenti americani possano essere condivisi con il governo cinese. Dati di carattere commerciale ma anche fiscale e bancario.

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Una legge firmata nell’aprile scorso imponeva a ByteDance di cedere le sue attività negli Stati Uniti entro il 19 gennaio, pena un ban totale. Cosa che al momento non è ancora accaduta. Proprio ieri la Corte Suprema ha ribadito la costituzionalità della legge, con una decisione unanime (9-0 il conto dei giudici), affermando che TikTok rappresenta una potenziale minaccia per la sicurezza nazionale. Gli Stati Uniti temono che la piattaforma possa essere utilizzata per raccogliere dati americani, alimentando preoccupazioni di spionaggio e influenza straniera.

In risposta, TikTok ha richiesto un intervento immediato da parte dell’amministrazione Biden che, come detto, ha declinato.

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La sede americana della ByteDance a San Jose, California – Credits ANSA (qnm)

La posizione delle autorità e delle aziende coinvolte

Una questione delicatissima. Perché TikTok è potente, coinvolge decine di aziende che guadagnano attraverso il suo traffico: agenzie pubblicitarie, ma anche colossi come Google e Apple. Lo stesso Donald Trump, che aveva dichiarato guerra a TikTok all’inizio della sua campagna verso la Casa Bianca, è sceso a patti: aprendo un account e sfruttandolo al massimo per guadagnare il consenso degli elettori più giovani durante la campagna elettorale.

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Basti pensare che l’amministratore delegato di ByteDance sarà uno degli ospiti d’eccezione alla cerimonia di induzione di Trump alla Casa Bianca, così come il vicepresidente cinese. Perché con la Cina il presidente eletto ha avviato da tempo dialoghi che riguardano rapporti commerciali bilateriali. E, indirettamente, anche il futuro di TikTok.

La decisione di Trump sulla chiusura di TikTok

Donald Trump, che tornerà alla presidenza lunedì, ha lasciato intendere che potrebbe intervenire per salvare l’app. In un post sui social media, ha dichiarato: “La mia decisione su TikTok verrà presa nel prossimo futuro. Restate sintonizzati!”. Trump ha inoltre discusso della questione con il presidente cinese Xi Jinping in una recente telefonata.

L’ultimo appello di TikTok prima della chiusura

La piattaforma nel frattempo ha avvertito che senza un intervento immediato che elimini il ban, chiuderà alle 23.59 di domenica, ora della costa orientale. E che la cosa riguarderà indirettamente tutti gli utenti americani e tutti gli account statunitensi. Tant’è che moltissimi hanno già iniziato a postare messaggi di addio. I content creator americani attivi su TikTok, comici, musicisti, influencer e attori, sono tantissimi e pesano per milioni e milioni di dollari.

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Anche Apple, Google e Oracle potrebbero affrontare pesanti multe se continueranno a supportare TikTok in assenza di una soluzione normativa.

TikTok ha cercato di rassicurare i suoi utenti, offrendo loro la possibilità di scaricare i propri dati personali prima della chiusura. Tuttavia, molti influencer e aziende dipendono pesantemente dalla piattaforma e temono gravi ripercussioni economiche.

Gli impatti del ban sugli utenti e sull’ecosistema digitale

Il ban di TikTok non solo influenzerà i suoi 170 milioni di utenti americani, ma potrebbe avere ripercussioni globali. Molti fornitori di servizi essenziali, come data center e infrastrutture tecniche, sono basati negli Stati Uniti. TikTok ha avvertito che il blocco potrebbe interrompere il servizio anche in altri paesi.

Alcuni influencer stanno già reagendo con shock alla notizia.

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Lourd Asprec, un creator con oltre 16 milioni di follower, ha dichiarato: “Non mi importa che la Cina prenda i miei dati. Preferisco andare io stesso in Cina e consegnarglieli piuttosto che perdere TikTok”.

Nel frattempo, milioni di utenti stanno esplorando piattaforme alternative, ma lamentano la mancanza di un’esperienza simile a quella offerta dall’algoritmo unico di TikTok.

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Un iPhone equipaggiato con TikTok e alcune delle sue alternative, RedNote e Lemon8 – Credits ANSA (qnm)

Le alternative a TikTok: chi beneficerà del ban?

La prospettiva di un ban ha portato alla ribalta diverse piattaforme alternative, tra cui: RedNote, anch’esso proprietà cinese della Xiaohongshu, un’app cinese con editore americano che pubblica contenuti di lifestyle, che ha visto un picco di iscrizioni dagli Stati Uniti nonostante la barriera linguistica. E poi Lemon8, un’altra piattaforma di ByteDance che offre contenuti simili a Pinterest. Infine

Clapper e Flip, nuove app emergenti che stanno guadagnando una certa popolarità grazie al focus sui video brevi e sullo shopping online.

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Nonostante la crescente popolarità di queste alternative, molti utenti sostengono che nessuna piattaforma può replicare l’algoritmo di TikTok, che rappresenta il cuore della sua attrattiva. La possibilità di diventare virali rapidamente rendono TikTok unico.

Le implicazioni per il mercato tecnologico globale

Il caso TikTok sta ridefinendo il panorama tecnologico globale. Aziende come Meta e Google potrebbero trarre vantaggio dal ban, promuovendo Instagram Reels e YouTube Shorts. Ma perderebbero un mercato immenso. E comunque, per quanto abbiano investito molto su short e reel, queste piattaforme non sembrano in grado di offrire la stessa esperienza personalizzata di TikTok.

L’algoritmo di TikTok, considerato ineguagliabile, è una delle sue risorse più preziose.

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Anche potenziali acquirenti americani, come l’ex proprietario dei Los Angeles Dodgers Frank McCourt, hanno dichiarato che TikTok senza il suo algoritmo non avrebbe lo stesso valore. Questo sottolinea l’importanza della tecnologia alla base della piattaforma.

Inoltre, il dibattito su TikTok mette in luce le tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina. La questione non riguarda solo la sicurezza nazionale, ma anche il controllo dei dati e l’influenza culturale esercitata dalle piattaforme digitali.

Scadenza 19 gennaio

Il destino di TikTok negli Stati Uniti resta molto incerto. La scadenza di domani è cruciale. Il possibile intervento di Donald Trump potrebbe offrire una soluzione temporanea, ma le questioni di sicurezza nazionale e la pressione politica anche dei colossi ‘puri’ dell’editoria americana – che vedono in TikTok una minaccia non tanto sociale quanto commerciale, rimangono centrali.

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