Il 2024 si è chiuso con un calo significativo negli ascolti radiofonici in Italia, dati eloquenti – e preoccupanti – che mostrano una flessione del 3.5% su base annua, poche le eccezioni che crescono
Il panorama radiofonico italiano ha chiuso un 2024 estremamente complesso sotto l’aspetto degli ascolti, con dati che evidenziano una chiara flessione nei gusti del pubblico.
Secondo l’ultima rilevazione RadioTER, diffusa da Editori Radiofonici Associati (ERA), il totale degli ascoltatori nel giorno medio si attesta appena sopra i 35 milioni, segnando un calo del 3.5% rispetto al 2023. Sembra poco, in realtà è una enormità. In un trend preoccupante che riflette una crisi che interessa gran parte delle emittenti, quasi tutti i colossi, con poche eccezioni a livello locale.
Da molti anni il metro del gradimento del pubblico è affidato ad Audiradio, un consorzio che analizza interviste su un panel raggiunto telefonicamente. Rispetto ad Auditel è tutto completamente diverso. Gli ascolti televisivi sono raccolti in modo analitico grazie ai meter, uno strumento che raccoglie ogni singolo impulso del telecomando di tutte le famiglie in analisi e che registra quanto e come ci spostiamo tra i canali in visione.
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Uno strumento che nel corso degli anni, con la diversificazione degli ascolti televisivi, è completamente cambiato: perché la TV oggi è anche quello che guardiamo in streaming, sui canali pay o via satellite. Un panorama molto più ampio che negli ultimi 25 anni si è completamente rivoluzionato.
Questa applicazione tecnologica per gli ascolti radiofonici non è possibile. Dunque ci si affida a interviste mirate a un panel di potenziali ascoltatori che molto semplicemente dicono quanto ascoltano la radio e quali sono le proprie reti preferite.
Molti operatori del settore hanno visto in questo strumento un metodo non scientifico e poco affidabile, spesso condizionato non dal gusto delle persone ma dai messaggi di alcune radio che possono permettersi una ingente campagna di “sensibilizzazione”.
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Tantissime sono le radio che avvertono in modo anche molto chiaro il proprio pubblico: “Se vi chiama qualcuno dite che ascoltate noi…” o in modo meno eloquente “Ditelo a tutti…”. Da quest0anno però cambierà tutto…
Nel 2025, l’introduzione della nuova metodologia Audiradio punta a un ampliamento del panel, a una integrazione più tecnologica dei rilevamenti con diverse radio che entreranno a far parte delle analisi, cosa che fino al dicembre scorso non accadeva proprio in contrasto con le metodologie di raccolta dei dati.
Nel 2024, la radio in Italia ha registrato una flessione del 3,5% su base annua a livello globale. Una tendenza estremamente negativa che si riflette soprattutto nei rilievi del quarto d’ora medio – e dunque breve periodo – dove gli ascoltatori più fedeli sono scesi a 6.655 milioni, segnando un calo dell’8% rispetto all’anno precedente.
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Durante il secondo semestre 2024, il totale degli ascoltatori giornalieri è stato di 34,883 milioni, evidenziando una riduzione del 3,1% rispetto allo stesso periodo del 2023. Una flessione considerevole in termini di ascolti ma anche di durata media passando da 222 a 214 minuti.
RTL 102.5 mantiene la leadership, ma con segni negativi. Con 5.7 milioni di ascoltatori nel giorno medio nel 2024 la radio registra un calo del 5,3% rispetto al 2023. Cali sensibili anche per RDS che si conferma al secondo posto ma calo del 5,7%. Ancora più marcata è la flessione di Radio Deejay, che scivola al quarto posto nel secondo semestre con una perdita addirittura del 15%.
Nel contesto generale di crisi, alcune emittenti mostrano segni positivi. Radio 24 cresce del 7% su base annua, raggiungendo 2.391 milioni di ascoltatori nel giorno medio. La performance è ancora più evidente nel quarto d’ora medio, con un aumento del 12,8% nel secondo semestre.
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Anche Radio Capital segna un progresso, con un aumento del 3,2% degli ascoltatori nel giorno medio e del 4,3% nel quarto d’ora medio. Questi risultati sono attribuiti a strategie digitali innovative e a una forte presenza sui social media.
È proprio sulla distribuzione delle radio che verte la discussione. Molte reti si difendono confermando il calo ma parlando anche della distribuzione dei propri programmi che non è più solo ed esclusivamente attraverso la classica frequenza in FM, ma anche in digitale siti e piattaforme. Ma il sistema Audiradio sostanzialmente include anche questa percezione da parte del pubblico. Se i panel sono riscontrati sulla base di una intervista radiofonica chi risponde di apprezzare una radio lo farà indipendentemente dalle sue modalità di ascolto…
A partire dal 2025, la rilevazione RadioTER verrà sostituita da Audiradio, una metodologia promossa dal Joint Industry Committee (JIC), che coinvolge ERA, UPA e UNA. Questo approccio integrerà le interviste telefoniche (Cati) con la misurazione digitale, rispondendo meglio all’evoluzione degli ascolti e alle nuove abitudini di consumo. Molte radio si apprestano dunque a verificare questa nuova metodologia, partendo da dati che chiudono il 2024 in modo certo non molto incoraggiante.
I dati sulle flessioni del 2024 hanno portato anche a una maggiore critica su programmi e conduttori. Molti sostengono che le radio italiane siano davvero troppo ripetitive con schemi, playlist e conduttori che si ripetono da anni e che portano pochissimi elementi di novità. E questo avrebbe finito per allontanare il pubblico. In particolare quello più giovane.
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