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L’orgoglio del Canada contro gli USA: elbows up… “anche se sono amici”

Published by
Stefano Benzi

Sull’onda della polemica per i dazi, la tensione tra Canada e USA raggiunge nuove vette e i canadesi rispondono per le rime

 Canada e Stati Uniti pur con dinamiche sociali e politiche a tratti anche molto distanti sono vicini cordiali. Anzi… amici: così, usando proprio questa parola, il primo ministro canadese Justin Trudeau ha definito il rapporto tra i due paesi.

L’orgoglio del Canada contro gli USA: elbows up… “anche se sono amici” – Credits ANSA (qnm)

Ma con gli amici a volte si litiga… “e se è necessario si alza anche la voce perché i rapporti veri non escludono discussioni e ripensamenti” ha detto il presidente del consiglio. Che contemporaneamente ha chiesto fiducia e appoggio ad altri ‘amici’, su tutti Regno Unito e Francia.

Canada e USA ai ferri corti

L’orgoglio del Canada nei confronti degli USA si è misurato con dichiarazioni di altissimo livello ma anche con la presa d’atto di moltissimi artisti e VIP che non hanno lesinato critiche a Washington e al suo attuale padrone di casa, Donald Trump.

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Il quale, dal canto suo, non nasconde mire espansionistiche che probabilmente non sono solo commerciali visto che non più di due settimane fa Trump aveva parlato del Canada come del 51esimo stato degli USA, dichiarazione che a Trudeau e a milioni di canadesi non è piaciuta per nulla.

Caduta libera

Da allora la situazione è precipitata. Il Canada, tradizionalmente molto pacato e cauto nei suoi rapporti con gli Stati Uniti, ha affrontato con sempre maggiore determinazione e orgoglio patriottico il momento di profonda tensione con il potente vicino. L’inasprimento dei dazi da parte dell’amministrazione Trump ha provocato una reazione senza precedenti: boicottaggi di prodotti statunitensi, proteste pubbliche e una riscoperta del nazionalismo canadese. Il Canada da giorni è tempestato da messaggi promozionali in cui a ogni prodotto americano viene chiesto al pubblico di preferire il corrispondente canadese: birra, carne, dolci.

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E non si tratta solo di economia. Il conflitto ha assunto una dimensione culturale e sportiva, con episodi di tensione in eventi pubblici e perfino negli stadi. “Canadesi e americani sono amici, ma quando ci attaccano, rispondiamo a testa alta” ha dichiarato un tifoso di hockey a margine di una delle tante sfide tra le squadre che condividono la scena della NHL, caratterizzata da scontri estremamente accesi sul ghiaccio.

USA e Canada, divisi nello sport: e non solo – Credits ANSA (qnm)

Ci sono decine di giocatori canadesi che vivono negli USA e giocano nelle franchigie americane. Ma in questi giorni le squadre canadesi, e dunque da est a ovest Calgary, Edmonton, Winnipeg, Toronto, Ottawa e Montreal hanno come si dice in gergo ‘alzato i gomiti’. Dire “Elbows Up” nell’hockey significa difendersi con energia. E che qualcuno probabilmente uscirà segnato e costretto a passare in infermeria per qualche punto allo zigomo.

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Questa crescente ostilità si sta in questi ultimi giorni riflettendo anche nella vita quotidiana in una tensione senza precedenti. Alcuni cittadini canadesi hanno deciso di interrompere le loro vacanze negli Stati Uniti, altri le hanno annullate, molti hanno scelto di non acquistare più prodotti americani.

Un’economia in lotta: boicottaggi e sostituzioni

La risposta canadese ai dazi imposti da Trump non si è fatta attendere. Molti commercianti hanno deciso di eliminare i prodotti statunitensi dai loro negozi e ristoranti, sostituendoli con alternative locali o di altri paesi. I video sono diventati virali: scatoloni pieni di prodotti americani sono stati imballati e rispediti al mittente. Basta pomodori californiani – sostituiti da quelli italiani.

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Via anche la Coca Cola sostituita da acqua e soda dolcificata con sciroppo d’acero canadese. La foglia d’acero che è il simbolo stesso del Canada che campeggia anche sulla bandiera nazionale e sta diventando un vero e proprio messaggio di forza e di autodeterminazione. 

Canada vs USA: la posizione delle industrie – Credits ANSA (qnm)

Canada vs USA: la posizione delle industrie

Anche le grandi aziende hanno preso posizione. Il governo dell’Ontario ha imposto la rimozione dei prodotti statunitensi dai punti vendita della Liquor Control Board of Ontario (LCBO), uno dei più grandi distributori di alcolici al mondo. “Abbiamo sempre venduto whisky americano e vini californiani per un valore di oltre un miliardo di dollari all’anno, ma ora li toglieremo dagli scaffali”, ha dichiarato il premier dell’Ontario, Doug Ford.

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La risposta del governo canadese è stata chiara e per nulla politica: “Non ci faremo mettere i piedi in testa” dice Trudeau, annunciando tariffe di ritorsione su beni americani per un valore di 30 miliardi di dollari canadesi.

“I canadesi sono persone ragionevoli e cortesi, ma non ci tireremo indietro da una lotta, non quando in gioco c’è il nostro paese e il benessere di tutti i suoi cittadini” ha dichiarato Trudeau. Ai 30 miliardi inizialmente messi in conto il premier calcola di aggiungerne altri 150 se i dazi americani non si ammorbideranno.

Trudeau affronta Trump

Donald Trump ha replicato accusando Trudeau di non aver fatto abbastanza per fermare il traffico di fentanyl verso gli Stati Uniti, nonostante secondo gli esperti il governo canadese sembra avere abbia un ruolo del tutto marginale nella questione.  La tensione è aumentata ulteriormente quando Trump ha deriso Trudeau, riferendosi a lui come al “governatore del Canada”

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“Non siamo il 51esimo stato degli Stati Uniti – ha risposto duramente il premier della British Columbia, David Ebyabbiamo legami di amicizia e familiari con gli americani, ma questo è un segnale importante e significativo che ci impone di non dipendere mai più così tanto dagli USA”.

Trudeau affronta Trump – Credits ANSA (qnm)

Il risveglio del patriottismo canadese

Il conflitto commerciale con gli Stati Uniti ha acceso un forte spirito patriottico in Canada. Dylan Lobo, fondatore dell’e-commerce Made in Canada, ha visto un’impennata delle visite al suo sito: “Abbiamo ricevuto oltre 5.000 richieste al giorno da aziende che vogliono essere inserite nella nostra directory. I canadesi vogliono sostenere i loro marchi”.

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Un recente sondaggio ha evidenziato che la percezione positiva del futuro del paese è aumentata di oltre il 10% rispetto ai mesi precedenti. “Trump ha scioccato la psiche canadese. Questo ha cambiato il modo in cui vediamo il nostro paese”, ha affermato David Coletto, analista di Abacus Data.

L’orgoglio nazionale è visibile anche nei piccoli dettagli. I negozi stanno evidenziando le etichette Made in Canada, le vendite di bandiere canadesi sono raddoppiate e i cittadini si stanno riappropriando dei simboli nazionali.

Mike Myers e l’imitazione virale di Elon Musk – Credits ANSA (qnm)

Mentre la politica infiamma il dibattito, la satira non si è fatta attendere. Il celebre attore canadese Mike Myers – volto della famosa saga cinematografica di Wayne’s World (Fusi di testa) ma anche genio alle spalle del dissacrante personaggio Austin Powers, disastrosa spia impegnata nella eterna lotta contro il Dottor Male – è sulla bocca di tutti.

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La sua imitazione di Elon Musk al Saturday Night Live ha fatto il giro del mondo sui social. Spassoso, e un po’ offensivo, Myers ha ridicolizzato i tic del miliardario diventando virale. Pare che nemmeno la borsa abbia preso bene il suo sketch con un clamoroso crollo di tutti i marchi del tycoon.

Elbows Up

Poi senza trucco di scena, vestito con una maglietta con la scritta “Canada is not for sale”, Myers si è presentato ai fan con un messaggio inequivocabile: ha alzato il gomito e detto “elbows up”, un gesto tipico dell’hockey che significa prepararsi alla lotta.

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La performance ha riscosso grande successo in Canada, diventando un simbolo della risposta culturale del paese alle provocazioni statunitensi. “Non è solo politica, è un momento di orgoglio nazionale” ha commentato un telespettatore.

Un futuro incerto per le relazioni USA-Canada

Il rapporto tra Canada e Stati Uniti è a un punto di svolta. Se un tempo i due paesi erano inseparabili, oggi i canadesi si stanno riscoprendo più uniti che mai contro quello che considerano un attacco alla loro sovranità.

Nel frattempo, il panorama politico canadese è in evoluzione. Il partito Liberale, in difficoltà fino a pochi mesi fa, sta recuperando consensi proprio grazie alla crisi con gli USA. L’opposizione conservatrice di Pierre Poilievre ha dovuto ricalibrare la sua strategia, spostando il focus da questioni interne a un messaggio più nazionalista.

Questa crisi commerciale potrebbe influenzare le prossime elezioni, ridisegnando gli equilibri politici del Canada per gli anni a venire.

Stefano Benzi

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